Idee&Azione

Burattini senza fili

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di Belinda Bruni

La pandemia da Covid-19 sembra giunta al suo termine, almeno nelle sue forme più restrittive. Il ministro Schillaci ne annuncia la fine che verrà ratificata dall’OMS. Conferma però l’utilizzo delle mascherine nelle RSA, nei reparti infettivi e in pronto soccorso, lascia margine di azione alle Direzioni Sanitarie e Regioni e assicura che saranno pronti a intervenire in caso di nuova emergenza pandemica.

Magari sarà tempo di riflessioni a mente fredda, di valutazioni sulle scelte fatte e sugli effettivi risultati ottenuti…o forse no!

È del 23 marzo 2023 la sentenza con richiesta di archiviazione in merito alla morte di Runa Cody, diciottenne per metà italiano deceduto il 31 dicembre 2021 ad un mese dalla seconda dose. L’autopsia parla di pericardite, ma la morte non è avvenuta nei primi 15 giorni dalla somministrazione, riconosciuti dall’Aifa per valutare una correlazione. Inoltre viene riportato nelle motivazioni che non c’era letteratura scientifica all’epoca, la situazione pandemica era gravissima e non è ipotizzabile pensare a colpe personali. Nota giustamente la madre di Runa che anche dopo una guerra è lecito valutare i crimini di guerra. Ma in questo caso no.

Mentre ci raccontano che il peggio è passato e la pandemia ce la siamo lasciata alle spalle con Medaglia al Merito della sanità pubblica riconosciuta all’Istituto Superiore della Sanità, prosegue il cammino verso l’identità digitale, la digitalizzazione della scuola, il modello green per automobili e case che andrà a “dissanguare” il ceto medio, il cambiamento della nostra alimentazione verso il consumo di insetti, la moneta digitale, le città “ghetto” 15 minuti, l’accentramento del potere in capo all’OMS per la gestione delle future pandemie (che certamente ci saranno per i cambiamenti climatici di cui è assolutamente colpevole l’uomo). Il tutto accompagnato dal sottofondo del politicamente corretto, del relativismo, della moralità rovesciata.

Non ci sarebbe bisogno di essere “complottisti” per farsi venire il dubbio che la pandemia è stato un banco di prova per modificare lo stile di vita occidentale verso il capitalismo della sorveglianza: una società in cui le masse vengono tenute a bada con imposizioni e ricatti presentati sotto la facciata etica del moralismo per il bene comune. Non avrai nulla e sarai felice recitano; purtroppo anche chi lo subisce, il non avere nulla. Esperimento perfettamente riuscito: complimenti all’avversario.

Nel 2021 dicevano che i vaccini erano sicuri come l’aspirina. Nel 2023 dicono che “non potevano sapere”. Ma la maggioranza della popolazione semplicemente non vuole sentirne più parlare, compresi i cosiddetti risvegliati che avevano capito tutto dall’inizio.

La reazione è quella del “non vedo, non sento, non parlo”, “ridatemi solo la mia vita del 2019 e starò buono, non darò fastidio”.

Apparentemente hanno vinto. Su tutti. Ha vinto il materialismo. Quello a cui hanno educato le masse da decenni. La vita è tutta qui: la mia posizione sociale, la mia casa, i miei titoli di studio, i miei viaggi, i riconoscimenti sociali che mi tributano, il mio gruppo dove mi sento al sicuro e a mio agio. Senza non sono nulla.

Condizione che attraversa tutte le categorie umane senza distinzione. Anche le persone che si ritengono spirituali o religiose, che coltivando un percorso solo interiore finiscono solo a ruotare intorno a se stesse. Perché non esiste percorso veramente spirituale che non porti ad un’apertura all’altro, alla realtà, e ad operare per il bene comune.

In questi tre anni i social media sono stati veicolo di contro-informazione, creazione di gruppi di aiuto, organizzazione di progetti. Un uso sapiente dell’arma di distrazione di massa a vantaggio di chi a tutto questo voleva resistere. Ma ad oggi tanti buoni propositi e progetti si sono arenati sugli individualismi e i protagonismi, l’incapacità di fare corpo verso un obiettivo di bene comune che doveva prima passare per la fase di disobbedienza civile organizzata, fase che non c’è mai stata se non per una minoranza che ha agito secondo coscienza anche contro la convenienza.

E a maggio 2023 ci troviamo come burattini senza fili a scannarci sui social in base all’argomento deciso dal potere. Il sistema lancia un’esca e tutti accorrono a parlare solo dell’argomento imposto: annullamento del potenziale del social (quasi) riuscito.

L’ultima esca in ordine di tempo è stata Elly Schlein che paga 300 euro l’ora la consulente di armocromia, ma prima ci fu “l’orsa assassina” e prima ancora il Dalai Lama e i suoi scandali.

Per giorni non si parla che dell’argomento lanciato, in bene, in male, per farne meme, si intraprendono discussioni infinite, si creano fazioni. Ognuno si sente fuori dal gioco se non dice la propria.

Fino a quando la carica si esaurisce e viene lanciato un nuovo argomento che catalizzi l’attenzione e la distolga dalla sanità, dal lavoro, dalla politica, dalla guerra, dai danneggiati da vaccino, dai numeri di disturbi psichiatrici post pandemia. Soprattutto distolga l’attenzione dalla riflessione seria e posata su cosa è opportuno fare e come è corretto leggere i segni che la realtà propone. Segni che invitano prima di tutto ad un cambiamento personale, a guardare sotto una nuova luce la nostra vita.

La verità nuda e cruda è che la democrazia liberale è giunta al suo capolinea: per continuare ad esistere deve essere trasformata in capitalismo della sorveglianza con la parvenza democratica. E il passaggio deve essere fatto con il consenso delle masse. Consenso che è stato ottenuto prima con la paura, poi con il ricatto, poi facendo leva sul materialismo e l’individualismo imperante, caratteristica che prende tutti, pure quelli che non avevano ceduto alla paura e al ricatto.

Ci hanno convinto che essere inconsapevoli è essere superiori moralmente, che per essere felici occorre non pensare.

È una verità razionale che la disobbedienza civile organizzata è la prima strada per creare problemi al progetto della sorveglianza, ma è una verità assoluta che in persone in cui non è scattato dentro un principio di giustizia e di rifiuto di essere complice, non può far presa nessun discorso comunitario e di bene comune. Se Libertà, Giustizia e Verità non sono principi primi nella nostra vita, prevarrà sempre il materialismo e la convenienza. Anche se non ce ne rendiamo conto.

Il nostro più grande avversario è la convenienza, non il governo di turno.

È alla convenienza che cediamo la nostra libertà. E la nostra anima. Noi comuni mortali.

Foto: Idee&Azione

1° maggio 2023

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