di Belinda Bruni
15 dicembre 2021, una data che resterà nella storia italiana.
Gli insegnanti, ma anche il personale ATA e amministrativo, che rifiutano l’obbligo di una terapia genica sperimentale per poter lavorare, saranno allontanati dalla scuola.
Saranno sospesi senza stipendio, non licenziati, fino a quando non accetteranno il ricatto.
Un siero che terminerà l’ultima fase di sperimentazione tra fine 2022 e 2023, che viene millantato come unica risposta al “morbo letale”, viene imposto con il ricatto. I renitenti sono presi per fame.
Con le Leggi Razziali del 1938 agli insegnanti ebrei fu imposto di poter insegnare solo nelle scuole ebraiche. Con il decreto del 2021 si pretenderebbe di impedire pure le lezioni private. Il non vaccinato deve essere escluso totalmente dalla convivenza civile.
Se il vaccino fosse davvero la risposta al male basterebbero le evidenze empiriche per accettarlo, ma poiché non ce ne sono di “convincenti” occorre passare alle maniere “forti”.
La maggioranza della popolazione non sembra avere reazioni. Non prova orrore. 76 anni di fiero antifascismo si sono sgretolati sotto la narrazione del virus invincibile. Tutto è lecito, tutto è giustificato per fermare il virus. La sopravvivenza biologica è la nuova legge.
In realtà che i conti non tornano è evidente dalla reazione ormai diffusa di chi cede alla “inevitabilità” della puntura perpetua: non pensare, le cose ormai stanno così, senza puntura non potrai fare più nulla, devi adattarti e basta, non puoi fare il martire. “Mi sono vaccinato per poter lavorare e poter avere una vita sociale”.
Il bene comune non solo non è il primo motivo, ma a breve non sarà nemmeno l’ultimo.
In classe resteranno solo gli insegnanti che hanno creduto alla narrazione senza pensare o quelli che saranno costretti a cedere con le lacrime. Nell’istituzione deputata a formare le nuove generazioni, il luogo dove sviluppare lo spirito critico e allenare il confronto dialettico, base di ogni convivenza civile, sarà silenziato qualunque pensiero divergente. Una scuola che caccia il non vaccinato con l’accusa di essere pericoloso, quando la carica virale di vaccinati e non, se positivi è la stessa, non può permettere nessun dibattito, nessuna domanda, nemmeno l’ombra di un dubbio. Il vaccino è dogma non discutibile, nemmeno di fronte all’evidenza.
Gli studenti impareranno che il loro futuro dipenderà dall’obbedienza cieca ad una “scienza” che non dà risposte, nemmeno soluzioni, ma pretende di essere creduta e basta. Nemmeno la religione chiede tanto, la fede non è contro ragione e anzi, nutre ed eleva l’intelletto.
I ragazzi non vaccinati saranno sottoposti a pressione, quando non bullizzati, mentre si portano avanti progetti di educazione civica su libertà e diritti umani: la scuola pubblica fondata sul bi-pensiero applicato.
A differenza delle altre due categorie sottoposte ad obbligo, sanitari e forze dell’ordine, nel corpo insegnante sembrano non essere alti i numeri della resistenza. Questo non stupisce perché anche nei regimi del passato la scuola è sempre stata braccio del potere, ma oggi di fronte a questo scempio sarebbe ora di aprire una riflessione su cosa è diventata la professione insegnante, quale formazione viene garantita ai futuri docenti, sempre più burocrati, sempre meno “maestri”. Ci sono le eccezioni, certo, ci sono sempre le eccezioni perché la natura umana le prevede nonostante tutto, ma ad essere messo in discussione, più che le singole persone, deve essere l’impianto formativo, degli insegnanti prima e degli alunni di conseguenza. Ogni male può acquistare un senso se guardato anche come opportunità di cambiamento.
I docenti che con dignità si faranno sospendere, che guarderanno i loro studenti negli occhi e diranno loro la verità, che usciranno per l’ultima volta dalla loro classe a testa alta, anche se con la morte nel cuore, daranno un insegnamento ai nostri figli che vale un anno di scuola burocratizzata.
Soltanto loro possono essere il germe di una nuova scuola, molti sono inconsapevoli attori di un cambiamento storico, ma hanno il merito di fare discernimento e agire con coscienza. Devono solo fare quel passo in più che chiede non solo di resistere, ma anche di costruire.
Anche gli studenti non vaccinati saranno cacciati, è solo questione di tempo, e avranno bisogno di insegnanti degni. Le nuove scuole e poi le nuove università possono essere il nucleo delle nuove comunità, dell’umanità risvegliatasi dal sonno.
Per tutti gli altri docenti in fila, fieri con il supergreenpass, che interrogano gli studenti sullo stato vaccinale in barba alle normative (le leggi valgono solo quando fa comodo) ci diamo appuntamento al 27 gennaio, Giorno Ipocrita della Memoria.
Ci permettiamo di consigliare la lettura della Banalità del Male o la visione del film su Hannah Arendt con dibattito a seguire, sul tema: l’Adolf Eichmann che è in ognuno di noi.
Perché i paragoni non possono essere storici, è vero, la storia non si ripete mai nello stesso modo, ma secondo il tipo umano.
L’animo umano è sempre lo stesso, attraverso i secoli.
Nelle sue altezze di virtù e coraggio quanto nei suoi abissi di convenienza e mediocrità.
Puntare al cielo o sprofondare nella menzogna resta sempre una scelta libera.
Foto: Debby Hudson da Unsplash, modifiche di Idee&Azione
15 dicembre 2021