di Daniele Trabucco
In molte occasioni abbiamo parlato della legge naturale, ma come la conosciamo? Tommaso d’Aquino (1225-1274) ci insegna che la sperimentiamo come “naturalem inclinationem ad debitum actum et finem”. In altri termini, l’uomo possiede delle inclinazioni naturali, o meglio delle strutture dinamiche proprie della sua natura (e date da Dio), intese come messaggi gnoseologici o vestigi metafisici dell’essere che ciascuna persona è chiamata a scoprire dentro di sé ed a decifrare. Non vanno confuse né con gli istinti, né con le tendenze che sono le inclinazioni variabili delle singole psicologie umane.
Ora, tutti gli uomini tendono al bene, lo desiderano, anche se non sempre riescono a perseguirlo, ed evitano ciò che è male, cattivo (ad esempio: si assume un farmaco per guarire, per ritrovare la salute, non certamente per morire, per porre fine alla propria vita). Da qui il principio cardine ed il primo precetto della legge naturale, posto a fondamento dell’ intero ordine morale: “bonum est faciendum et prosequendum, malum est vitandum”. Questa inclinazione al bene si attua, prosegue Tommaso, nelle tre inclinazioni naturali che regolano l’essere umano nel triplice movimento in cui si svolge la sua attività: 1) come essere vivente (“inquantum est ens”).
Siamo nell’ordine ontico-cosmico per cui l’uomo possiede l’inclinazione all’essere, alla sua autoconservazione, al progresso ed allo sviluppo dell’essere medesimo. Si manifesta, in questo modo, il valore della vita includente anche la dimensione economica per cui alla persona spettano quanto è necessario alla sua persistenza in vita: diritto alla casa, agli alimenti, al lavoro etc.; 2) come essere sensitivo o animale (“inquantum est animal”). Ci troviamo nell’ordine cosmo-vitale che prescrive di amare gli altri. È l’inclinazione alla riproduzione, alla trasmissione della vita e si articola nella duplice realtà della sessualità e del matrimonio il quale dà stabilità all’unione tra uomo e donna. Da qui anche il valore della comunità politica, quale sintesi di famiglie, e della comunità internazionale; 3) come essere razionale (“inquantum est rationalis”). È l’inclinazione propria e specifica dell’essere umano rispetto alle altre che sono generiche.
Ci troviamo nell’ordine razionale-sociale da cui discende il valore della dignità umana, la ricerca della Verità, la vita sociale e politica. L’uomo, precisa Tommaso, non ha solo il diritto, ma anche il dovere, per legge naturale, di conoscere quanto è necessario alla sua perfezione sostanziale nel corso della vita. Si comprendono, allora, le ragioni per le quali, in questa terza inclinazione, rientrano il diritto al progresso sociale, culturale, l’importanza della religione etc.
La negazione della “lex naturalis” porta solo caos, disordine, la creazione di ordini artificiali spesso antiumani…
Foto: Idee&Azione
27 aprile 2023