di Lorenzo Centini
Riguardo alla notizia che (forse) agli atleti russi e bielorussi sarà concesso di partecipare alle prossime olimpiadi solo se criticheranno pubblicamente l’operato del loro governo non credo sia difficile ammettere che sarebbe stato meglio escluderli a prescindere.
In questo modo si sta implicitamente dicendo che le Olimpiadi non sono un evento sportivo dove le uniche caratteristiche che contano sono la lealtà e il rispetto altrui ma che, per accedervi, è necessaria la condivisione di molto di più che non un semplice codice di condotta di moralità sportiva.
Quando si procedette ad escludere il Sudafrica per l’Apartheid si compì un’operazione estrema ma, al limite, comprensibile. Si riteneva che le leggi sudafricane non fossero compatibili con quelle forme di rispetto basilare insite nell’evento olimpionico.
Posto che ciò possa riferirsi anche all’invasione dell’Ucraina (cosa che io contesto: l’apartheid è una legge che contrasta apertamente con la parità etnica, sancita dal preambolo olimpico, la guerra è pratica umana diffusa e ineradicabile) il procedimento sarebbe di escludere Federazione Russa e Bielorussia dalle nazioni accolte e permettere ai singoli atleti di gareggiare senza bandiera. L’ente responsabile di una condotta antiolimpica (allora il Sudafrica, oggi la F. Russa) non è presente e quindi il valore del motto olimpico rimane intatto.
Così invece si entra nel novero delle idee dei singoli atleti, imponendo in primo luogo un ricatto politico e in secondo luogo estendendo di molto il codice etico olimpico. Qualcuno è mai andato a chiedere agli atleti statunitensi cosa pensassero delle legislazioni razziste in vigore in molti stati della loro Nazione? Qualcuno ha mai chiesto agli atleti della RPC cosa pensassero di piazza Tien An Men? Qualcuno ha mai chiesto agli atleti argentini quale fosse la loro opinione circa le sparizioni nell’Argentina anni ’70 e ’80?
No. Perchè il CIO ritenne, allora, che quelle nazioni non infrangessero lo spirito olimpico. Essendo l’atleta un’estensione della nazione per cui gareggia, qualora egli individualmente rispetti i codici di lealtà e sportività, può partecipare.
Quel che è inquietante di queste derive è la sovrapposizione tra opinione politica, diritti degli stati, codici e rispetto internazionale. Non perchè la F. Russa non possa essere esclusa, ma perchè si perverte ogni logicità della decisione.
Foto: Olympics.com
1° aprile 2023