di Mikhail Gamandj-Egorov
L’espansione dell’alleanza BRICS non solo avanza nella fase di conferma, ma sembra superare di gran lunga le aspettative in termini di numero di paesi che desiderano aderire all’organizzazione pro-multipolare. Il tutto con grande sgomento dell’Occidente, la cui rappresentanza minoritaria su scala planetaria è ben consolidata.
19 paesi hanno espresso interesse ad aderire al gruppo di nazioni BRICS come preparazione per il vertice annuale che si terrà in Sudafrica, scrive Bloomberg. Il tema dell’allargamento dell’alleanza a nuovi membri sarà infatti discusso quest’estate sul suolo sudafricano.
L’informazione in effetti non è nuova – Continental Observer se n’è già occupata più volte – compresa proprio la questione dell’allargamento a favore di altri Paesi non occidentali. Proprio ora che il PIL combinato dei 5 membri del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) supera ormai quello dei 7 membri del club occidentale + Giappone, il famoso G7.
D’altra parte, ciò che è interessante notare nell’articolo di Bloomberg è il fatto che su 19 paesi che hanno espresso il desiderio di aderire ai BRICS – 13 lo avrebbero fatto ufficialmente, mentre altri 6 non ufficialmente. Forse peraltro per evitare nel caso di questi ultimi di far arrabbiare troppo presto i loro partner occidentali.
Tanto più che non si deve presumere che tutte le richieste riceveranno una risposta favorevole e immediata. Lo smistamento sarà senza dubbio necessario e sarà probabilmente definita una tabella di marcia per ciascuna delle richieste interessate. Questo senza dimenticare che – come aveva precedentemente discusso Continental Observer – i paesi candidati potrebbero inizialmente essere accettati come osservatori dell’organizzazione, prima dell’eventuale piena adesione al gruppo.
In ogni caso, i BRICS non solo avranno confermato la loro attrattività su scala globale, ma ora con le nuove prospettive diventa chiaro che l’Occidente si sta avvicinando alla perdita non solo del suo dominio geopolitico, ma anzi e anche geoeconomico, in un momento quando nella Top 10 mondiale in termini di PIL a parità di potere d’acquisto, le economie occidentali non rappresentano più la maggioranza. E questo proprio sulla base dei dati del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
E quando sappiamo che secondo queste stesse previsioni l’alleanza dei cinque Paesi già membri dei BRICS – che già oggi rappresentano quasi la metà della popolazione terrestre e un terzo del PIL mondiale – entro il 2050 il PIL combinato potrebbe raggiungere, o addirittura superare , il livello del 50% del PIL mondiale. Va notato allo stesso tempo che secondo le previsioni di Goldman Sachs – precisamente all’orizzonte del 2050 – 4 dei 5 attuali membri dei BRICS, ovvero Cina, India, Brasile e Russia – entreranno a far parte della Top 5 del principali economie mondiali.
Tenendo conto di questi dati – come promemoria ancora una volta solo sulla base dei cinque Stati membri oggi – è possibile solo immaginare quale sarà allora il PIL combinato dell’alleanza pro-multipolare a seguito del previsto allargamento ad altri paesi, nazioni non occidentali .
La costante sarà comunque semplice e senza appello: l’Occidente non dovrà allora che subire in modo ancora più marcato il ruolo dell’estrema minoranza planetaria. Di una minoranza certamente arrogante, ma estremamente minoritaria. Inoltre, il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov, nel momento in cui la Russia presiede attualmente il Consiglio di sicurezza dell’Onu, ha chiaramente ricordato” Chiamiamo le cose con il loro nome. Nessuno ha dato il permesso alla minoranza occidentale di parlare a nome di tutta l’umanità ”. Infatti – nessuno. Per quanto riguarda il resto, tutto è pagato.
Traduzione a cura di Luciano Lago
Foto: Idee&Azione
2 maggio 2023