Idee&Azione

Il globalismo è contro il cristianesimo

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di Lorenzo Marinoni

Sarò ancora più esplicito di quanto non lo sia stato negli ultimi articoli.

Ormai più di un secolo fa Rudolf Steiner ammonì i suoi seguaci circa il pericolo rappresentato da alcune correnti spirituali tra loro affratellate nel combattere con tutte le loro forze ogni impulso cristico operante tra gli uomini. L’Antroposofia era in cima alla loro lista.

Fu del resto proprio la natura cristocentrica dell’Antroposofia quale sua vera e propria cifra qualificante a decretare l’inevitabile distacco di Steiner dalla Società Teosofica, presso cui aveva ricoperto per un decennio un incarico di responsabilità come quello di Segretario della Sezione Tedesca. Chi butta nello stesso calderone Teosofia e Antroposofia (o Società Teosofica e Società Antroposofica) o non ha capito la fondamentale differenza tra le due e si accontenta delle falsità di Wikipedia; oppure l’ha capita, ma vuole calunniare l’Antroposofia.

Le conoscenze antroposofiche erano il frutto delle indagini chiaroveggenti dello stesso Steiner, il quale si peritava con abnegazione e in modo sistematico di ancorare i frutti delle sue doti naturali a quanto di meglio aveva prodotto la cultura occidentale, da Tommaso d’Aquino a Goethe. Comprendere come sia possibile l’integrazione di contenuti conoscitivi così distanti tra loro, non è immediato, ma richiede studio, applicazione e spregiudicatezza: qualità necessarie per non tirare la conclusione fuorviante secondo cui in Antroposofia si abbia a che fare con lo stesso sincretismo raffazzonato tipico di ogni movimento New Age, figlio proprio della Teosofia.

Non mi è possibile sviscerare qui la complessità del percorso steineriano, ma solo tentare di illustrarne alcuni tratti salienti, per quello che ne ho potuto comprendere.

Lo spirito dell’Antroposofia non aveva certamente nulla a che fare con un esoterismo lunare e medianico, come era quello teosofico, i cui contenuti dipendevano interamente dalle visioni di Madame Blavatsky, da venerarsi come una sorta di guru. Al contrario nell’Antroposofia la vera arte in quanto tale doveva costituire l’unico “medium” per fare incontrare spirito e materia, ovvero per rendere exoterico – cioè fruibile a tutti – ciò che è esoterico – cioè scaturito dalla capacità dell’artista di portare contenuti soprasensibili nel mondo sensibile.

Agli occhi delle confraternite che concepivano l’esoterismo in modo antico, come occultamento di verità inadatte ai non adepti o agli adepti non abbastanza qualificati, il motivo di maggior scandalo rappresentato dall’Antroposofia consisteva proprio nel suo intento di giungere ad una sintesi visibile tra ciò che è esoterico e ciò che è exoterico: talmente visibile da esprimerlo nelle forme dell’imponente edificio che ospitava la sede centrale della Società Antroposofica. Rudolf Steiner riteneva che fossero maturi i tempi per questo passaggio epocale, ma pagò assai caro questo “affronto” alla “Tradizione” misteriosofica: decaduta nei contenuti, ma non nella ferocia con cui punire i “traditori”.

Usando una schematizzazione filosofica, l’impianto noetico dell’Antroposofia è quindi platonico, nel riconoscimento di un mondo delle idee o degli archetipi – manifestazione nel campo del pensiero umano di viventi realtà spirituali; ed è pure aristotelico, nell’intenzione di attingere a dette realtà per trasformare sé stessi e il mondo. Sull’ultima di copertina di ogni libro edito dall’Editrice antroposofica è riportata la “definizione”: “l’Antroposofia è una via della conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell’uomo allo spirituale che è nell’Universo”. Nell’Antroposofia convivono dunque indissolubilmente il momento della contemplazione-meditazione con quello dell’azione sociale ispirata dalla prima. Prendendo a prestito il titolo di questa rivista, si potrebbe dire che essa è in modo mirabile “Idee e azione”.

I frequentatori degli ambienti teosofici erano invece dediti ad un nozionismo misteriosofico fine a sé stesso e ciò li rendeva del tutto insensibili all’aspetto artistico antroposofico. Spiegato in termini antroposofici, l’esoterismo teosofico era luciferico, vale a dire ispirato da quell’Angelo Caduto che, invidiando doppiamente l’uomo dopo che il Sacrificio del Cristo ne aveva propiziato la possibilità di riascesa dalla Caduta conseguente alla Tentazione delle Origini, lo vorrebbe anzitempo a sé nei mondi spirituali, distogliendolo così dal Senso dell’Incarnazione e della Resurrezione: tanto di Cristo quanto di sé.            Anche le entità spirituali sono infatti soggette a cicli di evoluzione (o di involuzione). Ogni spiritualità sognante, psichedelica ed “escarnatoria” è oggi ispirata da Lucifero, in contrapposizione all’impulso incarnatorio che egli stesso diede all’uomo con l’offerta della Mela. Lo scopo, ora come allora, è però sempre lo stesso: allontanare l’uomo da Dio la prima volta ed impedirgli di tornare a Dio la seconda volta.

In considerazione di tutto quanto detto finora, non deve trarre in inganno l’uso da parte di Steiner di certa terminologia di derivazione orientale – ivi compreso il titolo “Teosofia”, dato ad uno dei suoi testi fondamentali – essendo le scelte linguistiche motivate solo e soltanto dall’estrazione culturale dei primi partecipanti alle conferenze steineriane, i teosofi appunto, e non dalla contiguità con una forma di occultismo orientaleggiante il quale, essendo assolutamente estraneo al fulcro cristologico del più autentico spirito mitteleuropeo, inseguiva il miraggio materialistico secondo cui il giovane indiano Jiddu Krishnamurti sarebbe stato la reincarnazione fisica di Cristo.

Secondo Steiner le più influenti logge massoniche e paramassoniche anglo-americane, che all’inizio del XX secolo avevano tra l’altro fomentato in Russia la rivoluzione bolscevica, si erano allora alleate con i principali gangli di potere all’interno dell’Ordine dei Gesuiti. E vedremo a breve come tutto torni.

L’affinità tra Gesuitismo e Massoneria non risiede solamente in un’analoga struttura gerarchica, sostenuta dal principio di cieca obbedienza agli ordini impartiti dai gradi superiori pur nella completa ignoranza dei fini ultimi perseguiti dai vertici dell’organizzazione, ma anche dall’indifferenza per la portata terrena-ultraterrena (sensibile-soprasensibile, in “linguaggio antroposofico”) dell’Evento del Golgotha, a favore della celebrazione di un Cristo Re secolare: che era ciò che si aspettava ai tempi di Palestina Giuda Iscariota e la cui disillusione configurò il Tradimento per antonomasia.

Quando parlo di traditori dello spirito dell’Europa proprio presso i sedicenti europeisti mi riferisco proprio a questo: alla loro militanza, più o meno consapevole, tra le file delle correnti spirituali appena citate. Essi parlano di Europa ma non sanno quello che dicono. Un’Europa senza Cristo non è Europa, né le stelle della sua attuale bandiera sono le gemme che incoronano la Vergine di Apocalisse: tantomeno quando il giallo e il blu riprendano i colori cuciti insieme con gli uncini di una svastica in versione slava, funzionali alle élites globaliste nel loro estremo ed ennesimo tentativo di insidiare il calcagno della Santa Madre Russia. Anche da questo punto di vista dovrebbe essere chiaro che non si può essere “atlantisti”, cancellando la Russia dall’Europa, e dirsi europeisti. Si è semplicemente la longa manus dello Stato Profondo di Washington, profondamente anticristico, nel Vecchio Continente.

Qui di seguito cercherò di esemplificare l’azione odierna di quel sodalizio infernale massonico-gesuitico, raccolto finalmente sotto il cappello dell’Agenda globalista, transumanista e tecnoscientista: quella per intenderci che poco fa ha stabilito di usare il Covid come banco di prova per realizzare ciò che non riuscì ad Adolf Hitler.

Bisogna diventare “astuti come serpenti” per comprendere la strategia degli spiriti tentatori e di chi ne è succube, la cui intelligenza è inversamente proporzionale alla capacità empatica.

Chi è tanto perspicace da riuscire a intravvedere il delinearsi di un regime totalitario su scala mondiale sulla scia dello stesso fare suadente del Serpente Antico? Chi è capace di vedere fili spinati perdere le spine, liquefacendosi dolcemente nella forma di connessioni neurali, con cui le menti minerali degli uomini possano venir legate secondo leggi elettromagnetiche ad un’Unica Intelligenza Globale, la cui immortalità pietrificante trovi giustificazione anti-metafisica nella sua fredda sostanza silicea?

I transumanisti sono gli stregoni dell’altro Spirito dell’Ostacolo, coadiuvato da Lucifero, di nome Arimane, e gli vogliono preparare al meglio non solo il Regno, ma la diretta incarnazione.

L’uomo della strada che tifa per il globalismo è ignaro di questi retroscena spirituali ma, grazie ad una propaganda intrisa di quello stesso tenore deviante che falsifica ogni cosa, ha fatto propria un’idea tutta distorta della fratellanza umana, intendendola come una contaminazione acritica ed appiattente tra etnie e culture differenti.

Al di là della soppressione dell’individuo sovrano, tipica dell’ideologia marxista, il globalista propende per la standardizzazione di una sottocultura del consumo per il consumo, che renda il mondo un grande fast food. O ancora, e peggio, egli entra nel campo del transumanesimo vero e proprio quando aspira alla parvenza di una liberazione dal dolore e dalla morte imparentando con ciò che non può provare alcun dolore né può incorrere in alcuna morte, come la macchina, l’esistenza meramente biologica del proprio corpo fisico, ridotto a sua volta a solo cervello – che è ciò in cui crede come supporto residuale della coscienza di sé dopo la devastazione attuata nella sua anima dal materialismo nelle sue varie forme.

Se questo genere di marxista-modernista, per un curioso scherzo non della natura ma dell’incultura, riesce a credersi perfino cristiano, non farà che rinforzare le tesi distopiche di cui sopra e caldeggerà pertanto pure il sincretismo interreligioso, che vorrà sinonimo dell’autentico ecumenismo cristiano e non quello che in realtà è: la sua parodia volta a tarparne la portata escatologica.

L’attuale Papa, scelto per ammissione di uno dei suoi stessi membri da una sorta di massoneria vaticana (si veda a tal proposito don Alessandro Minutella, “Pietro, dove sei?”), è il megafono sommitale proprio di tale mistificazione del Mistero Cristiano, volendo costringerne la Forza ricreatrice di mondi alla predicazione sonnacchiosa di una fratellanza catto-comunista in salsa sudamericana. Chi meglio di un Cardinale argentino poteva spacciare la Teologia della Liberazione concilio-vatican-secondista come la più ortodossa osservanza del messaggio evangelico che, deformato secondo copione, vorrebbe solo sfamare l’affamato che giunge in barca dall’altra riva del Mediterraneo?

Un solidarismo selettivo, buono per ricattare i bambini occidentali affinché mangino la pappa evitando di offendere i coetanei del Biafra e che ben si attaglia alla meta del meticciato universale perseguito dall’ideologia globalista, è diventato il manifesto di una Chiesa modernista con al suo vertice un gesuita che ha mutuato commercialmente per l’occasione il nome del patrono d’Italia: come se il Santo più conosciuto proprio per il suo voto di semplicità, fosse lo sponsor di ogni semplicismo con cui trattare i più profondi Misteri del Cristianesimo.

Come sottolinea giustamente e di nuovo don Alessandro Minutella, che bisogno c’era di implementare le Litanie Lauretane con la specifica invocazione di “Solacium Migrantium” (Sollievo dei migranti) se non per avvallare ideologicamente e surrettiziamente la sostituzione etnica e culturale dell’Europa e compiacere quelle delegazioni di massoni che si congratulano a loro volta con il signor Bergoglio ad ogni sua nuova Enciclica, da cui è sistematicamente espunto il Senso stesso del Cristianesimo?

Come se non bastasse, la deroga ad ogni regola che voleva escluso dal soglio pontificio qualsivoglia appartenente all’ordine gesuita offre ulteriore prova ex post del sodalizio satanico indicato in apertura.

L’Internazionale Socialista non è il Corpo Mistico di Cristo, né quest’ultimo è una banale allegoria naïf, come piacerebbe a quei nominalisti moderni che gongolano come demoni lascivi al solo pensiero di poter uccidere il Dio-Parola con le parole.

Ma il più chiaro sintomo di un pontificato fasullo, funzionale all’Agenda globalista, è la volontà di piegare passo passo il messaggio evangelico a traslitterazione cristiana di ideali solo superficialmente assonanti ma invece profondamente anticristici come quelli massonici.

Tra tutti i poveri e i deboli che ci sarebbero da sfamare e vestire, la corsia preferenziale riservata agli africani, in onore dei quali la neolingua globalista ha coniato il sostantivo “inclusione”, approda ad una forma di razzismo all’incontrario che beatifica a prescindere la pelle scura ed infligge sensi di colpa in chi ne sia sprovvisto: a maggior ragione se refrattario all’uso dell’insulso globalese, che è ormai il solo linguaggio ammesso dal potere costituito. Per non parlare di un paradosso inosservato: tutta questa retorica buonista promana originariamente proprio da quelle élites che della “esclusione” degli altri fanno la loro precipua ragione di vita.

Il politicamente corretto prevede che pure Cristo possa essere nero: ma non per compiacere i fedeli africani, bensì per svilirlo a povero cristo. Per quanto riguarda la Vergine il problema dei globalisti è più spinoso. Poiché la sola visione della Madonna Nera di Guadalupe è stata sufficiente a far impallidire e tremare le gambe del Cardinal Bergoglio – come ricorda nuovamente don Minutella – il dileggio del Cristianesimo poteva proseguire senza intoppi con un altro stratagemma sudamericano: sostituendo Lei con la Pacha Mama amazzonica. La potnia brasiliana presenta tra l’altro l’enorme vantaggio, oltre che di stravolgere i connotati ultraterreni della figura di Maria-Sofia, associata in tal modo ad una qualunque Dea della Fertilità – assetata per di più di sangue innocente – di avviare il disco ecologista così caro a Schwab, Greta e compagni di Davos.

Chi ha un minimo di discernimento comprende benissimo che i globalisti stanno cercando di far ingurgitare ai cattolici le pietre miliari della loro ideologia perversa spacciandole per coerenza adamantina con il messaggio di Cristo. La transizione, ecologica o gender, non è la metànoia cristiana, la quale non ha nulla ha a che fare con il buco nell’ozono o….per educazione non vado oltre.

L’Open Society di George Soros non è la Gerusalemme celeste, bensì la sua caricatura diabolica, che si vorrebbe far interpretare sulla Terra da un minestrone di spiantati resi orfani di ogni identità culturale e proprietà privata o, come dice di nuovo il Cardinale argentino stuprando ideologicamente il Mistero dell’Incarnazione, di “meticciati”. Il sogno annoso dell’aristocrazia nera è sempre stato quello di disporre di una massa deprivata di ogni diritto e dignità, controllata, manipolata e sacrificabile a piacimento, come se i suoi componenti fossero capi di bestiame. Sì, udite bene, queste sublimi aspirazioni himmleriane scaturiscono proprio da quelle facce di tolla che fanno dire ai loro galoppini politici e ai loro pennivendoli di difendere la democrazia e la libertà!

Ordo ab Kaos è il motto principe della Massoneria: che almeno nella sua declinazione nera significa provocare il caos per poi imporre il proprio ordine di casta, preventivamente progettato. È la dialettica hegeliana applicata al proprio esclusivo vantaggio o ciò che David Icke definisce altrimenti come strategia “problema-reazione-soluzione”.

Un esempio paradigmatico ce lo ha fornito la recente attualità: diffondo un virus (problema), genero la paura della morte (reazione) e, oltre a convincere i cattolici senza fede che l’Amuchina è più santa dell’Acqua Santa, propongo uno pseudo-vaccino presentato come salvifico (soluzione), ma con dentro invece chissà che cosa.

Dove c’è élitarismo e classismo non c’è, per definizione, Cristianesimo. E l’essenza del globalismo “democratico” è proprio questa: non solo l’estraneità, ma l’avversione al Cristianesimo. Agitino pure lo spauracchio del fascismo i globalisti smascherati!  È il loro ultimo, patetico, mezzuccio, per farsi credere diversi dai nazicomunisti che sono.

Foto: Idee&azione

15 aprile 2023

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