Idee&Azione

Il mio discorso di Capodanno

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di Augusto Sinagra

Sono in crisi acuta di paranoia e pur non disponendo di reti unificate ma solo di pochi sbocchi comunicativi, mi sento di fare il discorso di Capodanno come se fossi il Presidente della Repubblica pur non avendone assolutamente i requisiti, se non solo quello dell’età. E di questo devo dire che sono molto contento perché mi da conferma di avere speso una vita a testimoniare verità e giustizia nell’interesse del Popolo italiano al quale mi sentirei di dire poche ma chiare parole:

“Italiani e italiane,

voi sapete bene che questa Repubblica nasce dal tradimento del 3 settembre 1943 e dai brogli elettorali del 2 giugno 1946 ma su questi eventi pesano le decisioni irrevocabili della storia.

Capisco che ogni Stato nuovo come era l’Italia il 2 giugno del 1946, ha bisogno di miti fondanti.

Si può trattare di miti del passato o di miti rivolti al futuro. Il mito del passato è quello della resistenza che ancora viene celebrato nella ricorrenza dell’Evangelista Marco.

Questa Repubblica, evidentemente ancora fragile e incerta perché mal nata, ha bisogno di miti passati e questo è già motivo di seria preoccupazione in ordine alla stabilità delle Istituzioni repubblicane.

Poi vi sono i miti rivolti al futuro e sono quelli contenuti nella vigente Costituzione della Repubblica, cominciando dal mito della democrazia, della volontà popolare, del lavoro, della giustizia sociale e fiscale, della difesa della Patria, degli inviolabili diritti e libertà individuali.

Questi miti del futuro in parte sono stati nascosti come quello che esalta il lavoro ed esalta la funzione sociale della proprietà privata e dell’impresa che deve vedere la partecipazione alla gestione e agli utili degli operai; cioè quella “socializzazione” realizzata pur tardivamente nel 1943-44 che fu l’ultimo sogno, l’ultima speranza di equità e di pace sociale.

Altri miti rivolti al futuro, come quelli prima ricordati, sono stati traditi, a cominciare dalla indipendenza politica ed economica dello Stato, dalla dignità e identità nazionale, dalla libertà di culto, dalla difesa dei deboli e dalle provvidenze che lo Stato deve assicurare per tutti.

I vostri più sacri diritti e libertà sono stati violati e conculcati, da un momento ormai lontano nel tempo e cioè dal 1992 con la folle politica monetaria di una Unione europea che ci vuole poveri e irrilevanti, e dal 2002 quando scelleratamente con l’introduzione dell’euro fu fatta rinuncia alla sovranità monetaria nazionale.

I vostri più sacri diritti e libertà sono stati negati soprattutto in questi ultimi due anni nel corso dei quali distorcendo strumentalmente e nel modo più vergognoso le pretese esigenze di una asserita emergenza sanitaria, si è tratta l’occasione consapevole di dare esecuzione ad un progetto tanto antico quanto criminale.

La libertà vi viene concessa a tempo e previa sottoposizione ad un obbligo sierizzante che è quanto di più infame possa essere fatto da uno Stato che, avendo perso ogni senso di moralità, ricorre alla estorsione con le sue leggi.

La democrazia, le libertà, la dignità individuale e collettiva di Popolo, la salute pubblica, la stessa tenuta dello Stato sono sull’orlo dell’abisso. E sono a rischio di infoibamento nella foiba del mondialismo e della finanza internazionale senza volto.

So bene quali sono stati e quali sono i vostri patimenti, le vostre umiliazioni e mortificazioni, le vostre angosce e le vostre paure per voi stessi e per la vostra discendenza. So anche dei vostri Morti e di chi di voi ha subito gravissime lesioni a causa di una politica sanitaria violenta e omicidiaria.

Il progetto criminale globale vuole distruggere il nucleo fondante dello Stato e cioè la famiglia e vi vuole privare dell’idea di un Dio che l’attuale capo della Chiesa cattolica nega e vilipende senza ritegno.

Non ho parole di conforto da rivolgervi o promesse da fare.

Posso solo chiedere il vostro perdono e dirvi che quanto è accaduto finora è finito e non si ripeterà mai più anche perché le Forze Armate devono essere chiamate a svolgere il loro ruolo costituzionale di difesa delle libere Istituzioni.

Le Forze di Polizia devono essere ricondotte alla loro fondamentale funzione di difesa dei cittadini e di contrasto ad una voluta e criminosa invasione di genti straniere sul territorio nazionale.

Da oggi in poi ogni attenzione sarà rivolta verso i poveri e gli emarginati affinché, con il lavoro, recuperino libertà, indipendenza e dignità di cittadini.

Vi chiedo ancora perdono per il passato e formulo una sola e complessiva promessa: “Non praevalebunt” e i responsabili di ogni tradimento e di ogni profittanza saranno puniti secondo giustizia.

Viva l’Italia!”.

Foto: Idee&Azione

31 dicembre 2021