Idee&Azione

La neutralità del Sudafrica nella nuova guerra fredda è minacciata dalle pressioni occidentali

image_pdfimage_print

di Andrew Korybko

Il recente voltafaccia del Sudafrica sulla sua adesione alla “Corte penale internazionale” (CPI) dimostra che la sua neutralità nella Nuova Guerra Fredda è minacciata dalle pressioni occidentali. Il presidente Ramaphosa ha annunciato martedì che “il partito di governo ha preso la decisione che è prudente che il Sudafrica si ritiri dalla CPI” a causa del suo “trattamento ingiusto” nei confronti di alcuni Paesi. Poco dopo, tuttavia, il suo ufficio ha affermato di essersi espresso male e ha ribadito l’impegno del Sudafrica nei confronti della CPI.

Tuttavia, ci sono ragioni per sospettare che non sia così, soprattutto perché Ramaphosa ha ostentato grande sicurezza nel condividere l’annuncio di martedì sui piani di uscita del suo Paese dall’organismo globale. È quindi improbabile che si sia semplicemente espresso male ed è molto più probabile che i diplomatici occidentali siano immediatamente intervenuti dietro le quinte per fare pressione su di lui affinché ritrattasse questa politica. Si presume che abbiano agito così rapidamente a causa dell’importanza strategica di tutto ciò che è in gioco in questo momento.

Il Sudafrica ospiterà il vertice BRICS di quest’anno a fine agosto, ma il mandato di arresto del Presidente Putin da parte della Corte penale internazionale complica la sua partecipazione di persona. Se Ramaphosa avesse avviato il processo di ritiro del suo Paese dall’organizzazione con il pretesto legittimo che aveva affermato in precedenza, non ci sarebbe stata alcuna ambiguità sulla sicurezza del leader russo se si fosse presentato lì. Dal momento che questa politica è stata appena ritirata, tuttavia, ci sono ragioni per sospettare una provocazione occidentale in caso di sua presenza.

Anche se il Sudafrica ha rifiutato di arrestare l’ex leader sudanese Bashir, nonostante la Corte penale internazionale avesse precedentemente richiesto a tutti i membri di farlo se avesse messo piede sul loro territorio, la sicurezza del Presidente Putin non può in coscienza presumere che faranno un’eccezione anche per lui. La decisione più responsabile, di fronte all’ultimo voltafaccia dell’ospite del vertice, potrebbe quindi essere quella di partecipare virtualmente, per non correre il rischio che possa accadere qualcosa di terribile.

Anche se in questo scenario i lavori organizzativi si svolgeranno probabilmente come previsto, con solo poche modifiche, il risultato potrebbe essere un danno molto grave e potenzialmente irreparabile per i BRICS. Cina e India potrebbero concludere che il Sudafrica è un partner inaffidabile, visto che avrebbe ceduto alle pressioni dell’Occidente, mentre si aspetterebbero che anche il Brasile faccia lo stesso, visto che è parte della Corte penale internazionale e che il suo diplomatico di punta ha fatto intendere che il suo Paese potrebbe arrestare il Presidente Putin in caso di visita.

Il BRICS, nella sua forma attuale, può teoricamente continuare a funzionare come motore del multipolarismo finanziario nonostante il leader russo non possa visitare nessuno dei due Stati membri per i suoi vertici, ma l’organizzazione potrebbe faticare ad attrarre nuovi membri i cui Paesi non fanno parte della CPI. Dopotutto, anche i leader di Iran, Arabia Saudita e Turchia potrebbero vedersi recapitare un giorno mandati altrettanto politicizzati che precluderebbero la loro partecipazione ai vertici BRICS ospitati dagli Stati della CPI.

Gli Stati Uniti hanno un ovvio interesse a dissuadere questi e altri Paesi dall’entrare a far parte dei BRICS come membri ufficiali, e le loro speculative pressioni dietro le quinte sul Sudafrica affinché rimanga impegnato a notificare il mandato di arresto della CPI contro il Presidente Putin potrebbero avere un potente effetto deterrente sui Paesi candidati. Il vertice di quest’anno dovrebbe vedere i paesi già presenti raggiungere un consenso sull’espansione dell’organizzazione, cosa incredibilmente urgente da fare considerando che almeno 19 Stati sono in lizza per entrare a farne parte.

Il contesto più ampio in cui il Sudafrica ha appena fatto marcia indietro sugli impegni assunti con la CPI è quindi di enorme importanza non solo per il futuro dei BRICS, ma, per estrapolazione, anche per l’emergente Ordine Mondiale Multipolare, grazie alla funzione di questo gruppo come motore del multipolarismo finanziario. Alla luce di ciò, si può concludere che la campagna di pressione clandestina degli Stati Uniti è un importante gioco di potere nella Nuova Guerra Fredda, volto a ostacolare la capacità dei BRICS di sfidare collettivamente il dollaro in tempi brevi.

Pubblicato in partnership su One World – Korybko Substack

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini

Foto: Controinformazione.info

27 aprile 2023

Seguici sui nostri canali
Telegram 
Facebook 
YouTube