di Andrew Korybko
Il ministro degli Esteri pakistano Bilawal Bhutto Zardari (BBZ) parteciperà a un incontro della SCO con le sue controparti nella città costiera indiana di Goa all’inizio del mese prossimo, che secondo la CNN segnerà “la visita di più alto livello in sette anni”. Ci sono implicazioni molto importanti legate a questo sviluppo, la più immediata delle quali è che non ci si aspetta che Islamabad ricorra presto alla sciabola contro Delhi per distrarsi dall’aggravarsi della crisi interna del suo regime golpista post-moderno.
Qualunque sia l’opinione di ciascuno su questo tema, è lodevole che questo governo assediato non abbia violato il cessate il fuoco che, in modo impressionante, è rimasto in vigore per oltre due anni. Partendo da questa osservazione, il fatto che BBZ si rechi in India all’inizio del mese prossimo per “la visita di più alto livello degli ultimi sette anni” fa pensare a una sorta di disgelo tra i due Paesi. Ciò induce a speculare sull’esatto tipo di discussioni che hanno preceduto l’annuncio di giovedì.
Il Primo Ministro Shehbaz Sharif ha ventilato l’idea di riprendere i colloqui con l’India all’inizio di gennaio, dopo di che alcuni in quest’ultima si sono chiesti se la carota dell’aiuto finanziario potesse essere fatta penzolare per incentivare il Pakistan, praticamente in bancarotta, a fare progressi significativi nella risoluzione del conflitto del Kashmir. Il Ministro degli Affari Esteri indiano, Dr. Subrahmanyam Jaishankar, ha cortesemente scartato questo scenario alla fine di febbraio, ma potrebbe essere rianimato a seconda del ritmo del loro incipiente riavvicinamento.
È prematuro prevedere la futura traiettoria dei loro legami, per non parlare dei dettagli di ciò che potrebbero discutere a porte chiuse, ma il punto è che per ora tutto sembra muoversi in una direzione positiva. Invece di destabilizzare irresponsabilmente la regione per distrarsi dal peggioramento della sua crisi interna, violando unilateralmente il cessate il fuoco con l’India, il regime golpista post-moderno del Pakistan si sta avvicinando simbolicamente al suo vicino partecipando all’evento SCO del mese prossimo.
Questo non sfuggirà a osservatori come la Russia, che si è preoccupata delle intenzioni geostrategiche del Pakistan dopo il colpo di Stato post-moderno dell’anno scorso e soprattutto alla luce dei regolari rapporti sul suo coinvolgimento in un piano anglo-americano per armare Kiev. Inoltre, l’annuncio di giovedì sulla partecipazione di BBZ alla prossima riunione dei ministri degli Esteri della SCO segue la conferma di mercoledì sera del ministro del Petrolio Musadik Malik sull’acquisto di greggio russo da parte del Pakistan.
Nel loro insieme, queste due mosse dimostrano un grado di pragmatismo regionale che pochi si aspettavano venisse mostrato da quelle forze politiche che devono all’America le loro attuali posizioni di autorità. L’impressione che se ne ricava è piuttosto curiosa, dal momento che esiste visibilmente una correlazione inversa – che non è necessariamente causale – tra l’aggravarsi della crisi interna di questo regime golpista post-moderno e il miglioramento delle sue relazioni con interlocutori regionali come Russia e India.
Al momento non è chiaro cosa possa guidare la seconda tendenza e se sia dovuta a un profondo cambiamento di politica o a semplice opportunismo nei confronti di questi due Paesi, ma entrambi gli sviluppi meritano un plauso. L’acquisto di greggio russo, la partecipazione agli eventi della SCO e il mantenimento di legami stabili con l’India sono gli interessi nazionali oggettivi del Pakistan, che si spera continuino a rimanere tali anche in futuro.
Pubblicato in partnership su One World – Korybko Substack
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini
Foto: Idee&Azione
21 aprile 2023