Idee&Azione

La Russia verrebbe fatta a pezzi, come aveva previsto Medvedev, se ponesse fine alle operazioni speciali

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di Andrew Korybko

Gli Stati Uniti hanno sempre voluto “balcanizzare” la Russia, ergo il motivo per cui hanno cercato di mettere questa Grande Potenza bersaglio in una posizione di ricatto nucleare e di altro tipo attraverso l’Ucraina, in modo da poterle imporre concessioni unilaterali senza fine. L’élite liberal-globalista statunitense non rinuncerà a questa crociata geostrategica volta a ripristinare pienamente la propria egemonia unipolare, che comprende anche il potenziamento degli sforzi per “contenere” la Cina replicando lo scenario di “balcanizzazione” che sarebbe ormai riuscito alla Russia.

L’ex presidente russo e vicepresidente in carica del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev ha remixato le parole del presidente statunitense Biden sull’operazione speciale del suo Paese in un post su Telegram di mercoledì scorso. Di seguito riportiamo il relativo estratto, che verrà poi analizzato:

“Parafrasando una nota espressione, Biden ha detto a Varsavia: ‘Se la Russia ferma la sua invasione, finirà subito. Se gli ucraini smettono di difendersi, sarà la fine dell’Ucraina”. Questa è una pura menzogna. La verità è esattamente il contrario. Se la Russia interrompe la sua operazione militare speciale senza raggiungere la vittoria, non esisterà più, sarà fatta a pezzi. Se gli Stati Uniti interrompono le forniture di armi al regime di Kiev, la guerra finirà”.

Per capire la verità che si cela dietro le parole di Medvedev, è importante riflettere su ciò che il presidente Vladimir Putin ha detto ieri durante il suo discorso annuale su come la Russia sia ricorsa alla forza per porre fine alla guerra iniziata dall’Occidente, che è stato riassunto e spiegato qui.

In breve, la Russia è stata costretta dalle pressanti circostanze in cui il miliardo d’oro dell’Occidente guidato dagli Stati Uniti l’ha posta ad affidarsi a mezzi militari per difendere l’integrità delle sue linee rosse di sicurezza nazionale in Ucraina, dopo che la NATO le aveva clandestinamente oltrepassate. L’operazione speciale è quindi in linea con il diritto all’autodifesa sancito dalle Nazioni Unite e soddisfa anche l’obbligo morale del Paese di prevenire l’imminente pulizia etnica e il genocidio che Kiev stava preparando per il Donbass con il sostegno della NATO.

In questo caso, le affermazioni dei rivali della Nuova Guerra Fredda, secondo cui la Russia sarebbe stata spinta a intervenire per un presunto desiderio di pura “sete di sangue”, si rivelano nient’altro che false narrazioni di guerra informativa. Non sarebbe quindi “la fine dell’Ucraina” se smettesse di combattere come proxy della NATO, ma l’inizio di un processo, certamente lungo, volto a rivedere l’architettura di sicurezza europea in modo che diventi indivisibile come si è sempre supposto che fosse in base agli impegni precedenti di ciascuna parte.

Tenendo conto di ciò, la seconda parte della sua versione remixata della frase manipolatoria di Biden sulla fine di questa guerra per procura con l’interruzione definitiva delle forniture di armi a Kiev da parte degli Stati Uniti ha senso. Resta da esaminare la prima parte, in cui si dice che la Russia “non esisterà più” e “sarà fatta a pezzi” se “interromperà la sua operazione militare speciale senza raggiungere la vittoria”. A questo proposito, è importante far conoscere al lettore la conferenza della Commissione di Helsinki, gestita dal governo statunitense, tenutasi la scorsa estate.

Intitolata “Decolonizzare la Russia: A Moral And Strategic Imperative”, mirava a promuovere la “balcanizzazione” di questo Stato-civiltà storicamente cosmopolita, nell’ipotesi estremamente improbabile che il Miliardo d’Oro ottenga la piena sconfitta strategica della Russia. Nonostante non sia altro che una fantasia politica, si è trattato comunque di una potente dichiarazione di grandi intenti strategici da parte dei rappresentanti ufficiali del governo degli Stati Uniti, che hanno così dato pieno credito al terribile avvertimento di Medvedev.

Gli scettici che ancora dubitano della veridicità di tale intento, nonostante sia stato apertamente confermato durante la conferenza, non devono guardare oltre alcune delle più popolari narrazioni di guerra informativa propagate sui social media dalla rete di troll fascisti sostenuti dall’SBU e noti come “NAFO”. Queste persone fantasticano ossessivamente su questi scenari di “balcanizzazione” e condividono regolarmente mappe che immaginano come sarebbe una cosiddetta “Russia decolonizzata”, il che dimostra quanto questa possibilità sia popolare in Occidente.

Tornando all’intuizione condivisa nell’analisi ipertestuale vicino all’introduzione sulla parte pertinente del discorso annuale del Presidente Putin, fermare l’operazione speciale senza raggiungere la vittoria avrebbe come risultato che la Russia sarebbe “fatta a pezzi” esattamente come previsto da Medvedev. Le sue linee rosse di sicurezza nazionale verrebbero irreversibilmente oltrepassate, catalizzando così una reazione a catena di scenari che aumentano drasticamente le possibilità che si verifichi lo scenario peggiore.

Proprio per questo motivo, gli Stati Uniti continuano ad armare Kiev anche se le loro scorte e quelle dei loro vassalli della NATO sono già pericolosamente basse, con il rischio sconsiderato di non riuscire a soddisfare le loro esigenze minime di sicurezza nazionale in varie contingenze. Washington ha sempre voluto “balcanizzare” la Russia, ergo perché ha cercato di mettere questa Grande Potenza bersaglio in una posizione di ricatto nucleare e di altro tipo attraverso l’Ucraina, in modo da poterle imporre concessioni unilaterali senza fine.

L’élite liberal-globalista statunitense non rinuncerà a questa crociata geostrategica volta a ripristinare pienamente la propria egemonia unipolare, che comprende anche il rafforzamento dei propri sforzi per “contenere” la Cina replicando lo scenario di “balcanizzazione” che sarebbe ormai riuscito alla Russia. Allo stesso modo, la Russia non si sottometterà mai volontariamente alla “balcanizzazione” e non lascerà che il Miliardo d’Oro la frantumi in un insieme di Stati vassalli, motivo per cui la sua guerra per procura in Ucraina probabilmente continuerà a infuriare.

Pubblicato in partnership su One World – Korybko Substack 

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini

Foto: Idee&Azione

23 febbraio 2023

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