Idee&Azione

Per una Milizia Angelica: Istruzioni spirituali al Soggetto Radicale

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di René-Henri Manusardi

«Non posso difendere la Nazione, perché la Nazione è un concetto borghese immaginato dalla Modernità per distruggere le società tradizionali (Imperi) e le religioni e installare pseudo-comunità artificiali basate sull’identità individuale». (Aleksandr Dugin, La Quarta Teoria Politica, Ed. NovaEuropa, Milano 2017, p. XLIII).

E noi, forti di una nuova Milizia Angelica, faremo svanire le Nazioni, dando un nuovo inizio al Sacro, al Popolo, all’Impero, che discenderanno dal Cielo e dall’eterne vette della giustizia divina e sociale: «Ma sì, le tue ali le aprirai, la notte è già più chiara. Poi come un’aquila vedrai dall’alto la frontiera. E noi vinceremo falsi eroi, i mostri e le paure. Puoi costruire quel che vuoi se hai mani più sicure». (Mario Lavezzi, Le Tue Ali).

 

L’Incontro

Sotto la volta stellata del cielo di Stonehenge, nel silenzio del Santuario celeste, nelle arcaiche pietre che sono arcano fondamento d’Europa, nella nuda essenza dei menhir, nel cerchio mistico del cromlech di un Dio ancora ignoto, di un Padre infinito non ancora rivelato, nella magia dei raggi lunari che illuminano la pietra del sacrificio, lì davanti ad essa discese l’arcangelo Michele, mentre Merlino rapito in spirito dalla Gallia cisalpina, dalla terra dei Longobardi dove ora nascostamente vive, si trovò in piedi davanti a Lui, intriso dalla sua luce immortale. Michele gli comandò di non inginocchiarsi e consegnò a Merlino un rosario formato da sette pietre quadrate, incise con sette simboli oghamici, unite a legaccio ad una croce celtica intagliata nel legno di frassino. Il numero delle pietre, Michele affermò corrispondere ai sette insegnamenti che egli doveva comunicare per ordine divino, affinché si possa compiere la sacra realizzazione di coloro destinati a manifestarsi nei modi più diversi come Soggetti Radicali, i quali non saranno con noi per sempre ma solo un tempo, due tempi e la metà di un tempo, giusto il tempo di realizzare il nuovo Imperium d’Europa fatto di ritorno del Sacro, dell’Aristocrazia di pensiero, della Giustizia sociale – come disse un giorno con grande ispirazione il tuscio romano Raginald – per infine scomparire.

L’arcangelo Michele cominciò così a parlare e donò a Merlino le “consegne”, ossia una serie breve di istruzioni spirituali riguardanti le inconsuete e straordinarie qualità individuali che dovranno caratterizzare l’azione metapolitica del Soggetto Radicale, in vista della creazione di una Milizia Angelica di consimili.

 

Sii Ignoto

Sii ignoto! Ignoto come il Padre degli dei e degli uomini che i druidi adoravano qui senza conoscerne l’intimità e l’amore, ma solo il panico per la sua immensità ed il terrore per la sua infinità e i suoi castighi. Ignoto come le pietre di questo santuario cosmico, rocce intagliate della Terra di Mezzo che tra il chiaro scuro del dormiveglia o nella libertà del sogno indicano la resurrezione dell’Imperium che Europa avida aspetta per il trionfo della sua gloria di terra ancora sacra che torna ad esser benedetta dal suo Dio e Signore. Ignoto come la verde linfa, la viriditas di cui parla la sapienza ancestrale della santa germanica badessa Ildegarda, energia vitale che anima il creato donando vitalità e superba bellezza ad ogni cosa vivente pur restando impercettibile e oscura. Ignoto come il sangue che veloce scorre nelle vene, nutre tutto il corpo, lo rigenera eppur di lui non v’è menzione se non quando fuoriesce. Ignoto come il vento che senti ma non vedi, che non sai dove va e neppur da dove viene, che la rosa dei venti a fatica intercetta, che tocca tutti i punti cardinali e tutti gli orizzonti e anche le latitudini eppur come un fantasma si fa scherno dei figli degli uomini, concentrando nuvole, creando tempeste, tifoni, temporali ed uragani rivelando così l’onnipotenza del Divino che smuove le onde degli oceani ma che del vento il volto mai rivela.

Pur essendo Tu presente nella lotta metapolitica come un leone di Normandia che tutto agguanta e tutto conquista per la gloria dell’Imperium, devi essere ignoto a te stesso, ai consimili, alla gente che pur guardandoti non ti vede, perché la vittoria non è il trionfo dell’uomo ma è il trionfo di Dio, affinché l’uomo ritorni a vivere immerso in Dio, perché Dio diventi ancora il suo respiro e Tu solo un ignoto vettore, un Soggetto Radicale che dà esempio e poi scompare assorbito dal respiro di Dio da cui viene, a cui va e a cui ritornerà. Sii come la Santa Vergine, la Madre di Dio che al dire del santo di Montfort, restava occultata nella presente vita pur essendo l’artefice della gloria del figlio Gesù: «Maria visse tanto nascosta da essere chiamata dallo Spirito Santo e dalla Chiesa Alma Mater, Madre nascosta e riservata. Fu così profondamente umile da non avere, sulla terra, attrattiva più forte e continua che di nascondersi a sé stessa e ad ogni creatura per essere conosciuta da Dio solo», così tu sii un ignoto facitore della gloria imperiale d’Europa che agisce e poi scompare così com’era venuto. L’ignoto è la cosa più bella che un’anima possieda, tutto passa solo Dio resta!

 

Sii Forte

Sii forte! Forte come uno tsunami, una gigantesca onda d’acqua che travolge i nemici di Dio senza ch’essi, come nel Mar Rosso, vengano mai più ritrovati, perché il pegno dei ribelli, delle bestie crudeli e dei torturatori inumani e transumani è quello di subire l’annientamento totale. Forte come la mia collera, come l’ira di Michele che si scaglia contro l’onta di Lucifero e lo precipita nello stagno di fuoco, davanti alla quale l’ira di Achille è come pula che scompare e la forza di Ercole e Teseo come rugiada che svanisce al primo sole. Forte come un arcano guerriero che compare dal nulla come novello San Giorgio, per abbattere la cupidigia del drago infernale e che dopo averlo ucciso fa scempio del suo cadavere danzandogli intorno con furore tribale. Forte come un orso che braccato lacera e fa a pezzi i cani che lo inseguono ringhianti e che poi latranti dal dolore tra le sue zanne trovano la morte. Forte come il Leone di Giuda che sbaraglia con la spada i suoi nemici nella nube della gloria e nell’urla di guerra degli angeli fedeli perché il suo ritorno è vicino, Egli non attende e il suo regno sarà eterno, come eterno sarà il castigo dei suoi persecutori che saranno dilaniati da cima a fondo dal potere della mia spada, poiché Quis ut Deus?

Sii forte soprattutto nella venuta di una possibile tua gloria personale che Tu disprezzi come disprezzi l’oro e che osteggi come osteggi la ricchezza, ma che per permissione divina e per dar coraggio ai consimili potrebbe esserti attribuita per il Bene della Causa come già lo fu per Codreanu il purissimo Capitano. In cuor tuo continua a disprezzarla, osteggiarla, fuggirla perché comunque sarà una gloria futile, vanesia, che come è venuta così se ne andrà perché l’uomo è un’ombra che ora c’è e domani scompare e ‘l suo ricordo viene presto dimenticato. Sii forte perché questo possibile impeto di gloria ti provocherà tanti guai e soprattutto tante invidie e numerose maledizioni, ma il mio scudo ti proteggerà, la mia spada si alzerà contro i tuoi nemici e contro i nemici dell’Imperium, come contro coloro che ti cercheranno solo per favori, che ambiranno la tua amicizia per interesse, per creare attorno a Te la corte degli adulatori e dei tuoi detrattori come la sorte non più ti sorriderà. Ma Tu sarai forte, umilmente forte e questa tua umiltà schiaccerà l’adulazione del drago a sette teste, le sette teste dei vizi capitali e Tu nell’umiltà profonda, nella volontà di scomparire davanti al tuo Signore sarai vero vincitore della gloria di Dio e siederai al suo fianco sul trono regale della Croce e della Gloria, ad majorem Dei gloriam!

 

Sii Nascosto  

Sii nascosto! Nascosto come il lupo nella foresta che segue la tua ombra e di cui senti solo i fruscii della pelliccia che sfrega il fogliame nel sottobosco, nascosto com’esso anche Tu segui tutti gli avvenimenti, segui i nemici, gli amici e i conoscenti ma senza apparire, nell’umiltà del nascondimento per non adombrare la gloria di Dio che t’ha fatto guerriero per la Fine dei Tempi, Soggetto Radicale, anomalo per i più ma eroe presso i consimili e degno di stare davanti al volto del tuo Dio. Nascosto come l’aquila che dal crepaccio osserva tutto e ogni movimento, che vede da lontano la sua preda e non smette di mirarla fino a che gli artigli affondano nelle sue carni per strapparla infine verso l’alto e portarla esangue nel nido, così tu osserva nascosto e senza interruzione il tuo nemico interiore e riducilo a servitù, sottomissione e infine annientalo perché non c’è nemico peggiore dell’egoismo che t’appartiene. Nascosto come il leone di montagna che accucciato aspetta il risveglio della marmotta per addentarla e portare un pasto sicuro ai suoi cuccioli affamati, così tu non mollare il morso nella lotta perché l’humus che fa fiorire l’Imperium richiede nascondimento, sacrificio, silenzio e solo l’essere nascosto ma presente rende possibile l’impossibile e certa la vittoria della Civiltà multipolare, perché la gloria di un figlio del Re è tutta interiore e sfugge l’adorazione anonima, falsa e venerante dell’orgoglioso mondo.

Sii nascosto soprattutto nell’amare, nel fare il bene, nel donarti agli altri, nel sacrificio supremo, perché la tua aura di leone che deve far tremare i tuoi nemici anche davanti alla tua morte non sia confusa con quella di una preda, perché chi di spada ferisce di spada perisce e Tu, destinato a vincere di spada o a perire di spada, hai comunque già vinto perché hai combattuto una vita per l’Imperium di Dio e hai lottato sotto lo stendardo insanguinato della sua Croce e della sua Gloria, dimentico di Te stesso, onorato e fedele, con l’unico desiderio di sparire lottando nella mischia, nella pugna dei figli di Dio: In corde concordes, in pugna pugnantes. Sii nascosto quando con misericordia corporale o spirituale porti il cibo agli affamati o consigli i dubbiosi, quando porti l’acqua agli assetati o insegni agli ignoranti, quando vesti gli ignudi o ammonisci i peccatori, quando alloggi i pellegrini o consoli gli afflitti, quando visiti gli infermi o perdoni le offese, quando visiti i carcerati o perdoni pazientemente le persone moleste, quando seppellisci i morti o preghi Dio per i vivi e per i morti, in tutte queste cose e nell’arte della spada che spezza le reni ai nemici infernali, sii presente ma sii nascosto, sempre!

 

Sii Impenetrabile

Sii impenetrabile! Impenetrabile come la notte oscura, le alte montagne di granito, le foreste del nord o quelle equatoriali, il fitto canneto di palude, come l’eco stridente dei rapaci notturni. Nessuno sappia niente di Te, dei tuoi orari, delle tue abitudini, della tua vita, della tua famiglia, in tutto risulta impenetrabile. Sii impenetrabile nel volto, negli atteggiamenti, nelle relazioni, come un cobra guardingo da cui tutti stanno a distanza perché nel segreto del suo veleno sta nascosto un farmaco di vita oppur di morte. Sii impenetrabile perché la missione che ti vien data dall’Alto lo richiede e Tu, pur conservando ancora le apparenze d’uomo hai l’anima di un angelo guerriero sconosciuto e impenetrabile, vocato alla lotta finale nel gran giorno e nel frattempo coinvolto in mille scaramucce e piccole o grandi battaglie in cui il rischio della vita non ti permette di condividere la tua sorte con altri. Sii impenetrabile come l’acciaio e di acciaio sia la tua impenetrabilità, perché la lotta che devi sostenere richiede coordinamento d’azione ma anche tanta solitudine quando lo scontro spirituale viene a sovrastare la battaglia metapolitica delle Idee e Tu, pur dovendo governarle entrambe, trovi solo nella vita solitaria la forza per le piccole e le grandi vittorie. Sii impenetrabile perché è preferibile un efficace rapporto reale ma gestito sull’onda virtuale e nel segreto, che un logorante fianco a fianco che presta il fianco a relazioni sì reali ma anche inefficaci e destrutturanti, quindi risulta più utile e caritatevole assorbire la viva energia che emana da un’icona o la santità del Santo dei Santi che vive nel tabernacolo sopra l’altare, piuttosto che aiutare a crescere chi non ne ha parimenti voglia e s’appoggia solo a Te.

Sii impenetrabile come il nobile olio dell’olivo è impenetrabile all’acqua, perché Tu sei parte d’un’aristocratica stirpe guerriera che dà la vita per il Popolo ma non si mescola con il Popolo, non per motivi di classismo, razzismo o snobismo ma per non perdere la vocazione alla morte in battaglia, al martirio nella pugna, al dolore dell’ascesi, perché il Popolo vive dei suoi legittimi e illegittimi piaceri e godimenti che lo tiene unito ma servo delle cose che esso stesso gode e produce e inoltre resta schiavo della proprietà e del denaro che possiede, mentre per Te queste cose sono solo paglia che brucia e stoppa che prende fuoco e te ne servi solo per la tua sopravvivenza guerriera.  Sii impenetrabile a tutto, anche al cuore della Donna o dell’Uomo che ti ama, impenetrabile ai figli e ai parenti pur amandoli di tenero amore, mai nessuno venga a sapere fino in fondo chi in realtà Tu sia, ma solo la realtà di Dio e della sua presenza in Te ti penetrino fino in fondo e nel mistero della vostra unione.

 

Sii Impassibile

Sii impassibile! Impassibile come i menhir del cromlech di Callanish in una sera di luna piena, come l’Angelo della morte che appare tenebroso nel cuore della mischia, come i guerrieri di Sparta dalla faccia di pietra che guardano gli strani nemici coi turbanti alle Termopili e per la prima volta concepiscono e sentono in sé cosa sia l’odio avverso e il disprezzo per un miscuglio etnico che non appare né greco e neppure acheo, come un divino Samurai che perso nella vacuità contempla il Monte Fuji, i fiori di ciliegio cadenti o l’orizzonte dell’oceano e del mar del Giappone. Sii impassibile ai tuoi difetti, ai tuoi vizi e alle tue comodità deciso fino in fondo a sradicarli, a scatenare nei loro confronti una sana belluina e angelica battaglia dove l’io viene trucidato e l’anima decolla libera verso gli altopiani di Dio, seguendo la rotta dei Campi Elisi, cavalcando in libertà nella verde prateria celeste. Sii impassibile quando gli spiriti infernali ti vengono incontro con lo spettro dell’orrore, con la subdola e lasciva sensuale passione, con l’immagine carnale che al tuo resistere si tramuta in un orrendo pipistrello d’osceno aspetto diabolico. Sii impassibile quando i figli di Belial, architetti delle tenebre, muratori e costruttori dell’oscura cattedrale della falsa luce, padri e figli del totalitarismo liberale, tetri signori transumani dell’oro di Davos scateneranno tutte le loro forze telluriche e vi daranno battaglia, mentre Tu esorterai alla lotta le milizie della luce con l’ardore della tua ardente anima, dicendo loro di non avere pietà e di diventare strumenti dell’ira angelica di Michele, dei suoi angeli e portatori della luce sfolgorante della santità di Dio che annienta il male e tutto ciò che è origine e conseguenza del male.

Sii impassibile quando la terra si muoverà sotto i tuoi piedi, quando le montagne si frantumeranno, quando l’oceano si ingrosserà e violenterà la terra con i suoi immensi flutti, quando obici e mortai demoliranno le case, quando i carri armati cannoneggeranno e quando i missili sputeranno il loro mare di fuoco distruggendo tutto, Tu sii e resta impassibile perché sei figlio del Re della Gloria. Sii impassibile quando ti cattureranno, quando ti faranno prigioniero o ti tortureranno, quando davanti al cappio o al plotone d’esecuzione riderai del riso guerriero sprezzante della morte, invocando il nome di Dio nella felicità e io, in quel frangente, sarò tuo scudo di protezione e le mie ali ti porteranno via nella bellezza di questo eterno transito, in cui ridendo con sadico disprezzo resterai impassibile frastornando il nemico, perché l’Altissimo è e sarà la tua forza, ora e per sempre.

 

Sii Nulla

Sii Nulla! Nulla come ciò che non esiste, come ciò che è stato ed ora non è più, come ciò che non è mai stato né mai ci sarà. Sii nulla per lasciare spazio a Dio nella tua anima, poiché Egli ti ama ma non ti annienterà, anzi, ti farà sedere alla sua destra nella gloria dei figli di Dio, perché Egli ti desidera ardentemente e con gelosia ma senza possessione perché vuole la tua deificazione. Sii nulla come l’aria che c’è ma non si vede, come il tiepido umidore del mattino che presto si dissolve sotto i raggi del potente sole, come un fiore d’albero che viene spezzato dalla frenesia del vento, come una foglia colorata d’autunno che presto diventa humus della terra. Sii nulla pur facendo il tuo dovere con presenza, scrupolosità e senza lasciare agli altri ciò che ti compete perché l’edificazione dell’Imperium richiede costanza, anonima costanza che nel nulla del proprio io fa emergere la verità e la potenza della gloria di Dio che erige l’Imperium sopra le salde fondamenta dell’immortalità. Sii nulla perché esser nulla vuol dire librarsi sulle ali dell’aquila che tutto vede e tutto sa, ma di te stesso nulla Tu voglia sapere tranne i vizi, le imperfezioni, i peccati per guerreggiar contro d’essi e così volar sempre più alto nel vortice di divina luce che t’attrae e in cui potrai emettere il grido di vittoria come uno stridere felice d’aquila reale, pieno di Dio e nullo di Te. Sii nulla per spezzare le radici profonde del tuo egoismo, del tuo egocentrismo, del tuo narcisismo, che sempre ricresceranno e vorranno ricrescere e non daranno respiro alla tua anima che solo Dio può liberare, perché anch’essa è afflitta dal roveto e dalla moltitudine dei vizi capitali che la assiepano, la radicano e non le permettono di vivere solo del respiro di Dio.

Sii nulla per essere mistero ai tuoi nemici, meno di un’ombra e di un fantasma che sempre li osteggia e li terrorizza perché essendo Tu un nulla non giungano a vederti, quando li circondi e vanifichi il loro potere con l’immanenza di Dio in te, la trascendenza di te in Dio, la Presenza di Dio in te e di te in Dio, l’adorazione, la preghiera profonda, la lode, l’intercessione. Sii nulla per rinunciare a conoscerti, ad avere un’immagine di Te, a costruirti false maschere d’illusione e sii nulla per svuotarti completamente da te stesso con l’aiuto di Dio e ritrovare te stesso in Lui che solo è forma, sostanza, essenza e natura del nostro vero io, il Sé di luce, l’anima creata ed immortale che in Lui si ritrova qual sua vera immagine e somiglianza. Essere nulla, sentirsi nulla, operare come un nulla, essere presente come un nulla, questa è la misteriosa strada del Soggetto Radicale per il suo ritorno alla Vita nel regno eterno di Dio.

 

Sii Sterminatore

Infine, sii sterminatore! Un angelo sterminatore! Stermina il male in Te! E le mie ali poi ti guideranno, Tu sarai al mio fianco nello sterminio dei figli di Belial, delle confraternite di Satana, di questo mondo subumano, dell’infezione totalitaria del liberalismo nel modo che io ti dirò, nel momento in cui io te lo dirò e quando Dio infine lo vorrà…

Quest’ultima parola lasciò un’eco misterioso e così grande che la natura improvvisamente tacque… e nel cielo perforato da questa risonanza si fece un grande silenzio, come agli albori di un forte terremoto. Poi l’Arcangelo Michele improvvisamente tacque, si prostrò in adorazione davanti al Dio del cielo e della terra e infine sparì agli occhi di Merlino lasciando una scia verso l’alto che lo investì e impregnò i suoi abiti bianchi d’incenso e la sua fronte di sacro crisma profumato. Merlino sfilò allora dall’abito una lunga pergamena, dove trascrisse con l’inchiostro del suo sangue parola per parola ciò che l’arcangelo Michele gli aveva insegnato. Poi col suo falcetto raccolse il mothan, una viola di palude e d’acquitrino, ne raccolse molto e lo sparse sulla pietra sacrificale in segno di lode e di adorazione, mentre nel ritmo convulso ed ipnotico della danza delle spade cantò in gaelico scozzese un’antica preghiera di benedizione:

 

 «Buainidh mi am mothan suairce,

Mar a bhuain Righ buadhach domhan;

An ainm Athar, agus mic, agus Spioraid buan,

Bride agus Moire, agus Micheal romhan.

Mi anns a bhlar ghabhaidh dhearg,

Anns an traoghar gach fraoch is fearg,

Aobhar gach sonais, agus gach solais,

Sgiath an Domhnaich dha m’dhion.

Tra l’erba raccoglierò il gentile mothan

Come lo raccolse il vittorioso Re dell’universo;

Nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito eterno,

Bride, Maria e Michele restino accanto a me.

Nel campo di battaglia dove rosso scorre il sangue,

Quando infuriano furore e cieca rabbia,

La fonte di tutte le gioie e di tutte le fortune,

Lo scudo del Signore stia sopra di me». ***

 

Fino a che un angelo lo rapì nuovamente e lo lasciò nelle nebbiose praterie d’Insubria, presso la fonte del Santuario di San Giovanni nel paese di Merlino che porta misteriosamente il suo nome, un minuscolo Comune dell’Alto Lodigiano dove egli ancora misteriosamente vive.

 

*** (Alexander Carmichael, I Carmina Gadelica, Sortilegi e invocazioni dell’Arte Druidica, Keltia Editrice, Aosta 1999, pp. 128-129).

Foto: Idee&Azione

13 aprile 2023

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