Idee&Azione

Putin accetterà l’implicita richiesta di Prigozhin di una Oprichnina moderna?

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di Andrew Korybko

Il capo dei Wagner Evgeny Prigozhin ha pubblicato venerdì una lettera aperta al Presidente Putin, al Capo di Stato Maggiore Gerasimov, al Ministero della Difesa e al popolo russo, dichiarando che la sua compagnia militare privata si ritirerà da Artyomovsk il 10 maggio per mancanza di munizioni. RT ha riferito che Prigozhin ha incolpato “i burocrati paramilitari” per questo scandaloso stato di cose e ha chiesto che le posizioni dei suoi combattenti siano sostituite dall’Esercito russo per mantenere i guadagni ottenuti nell’ultimo semestre.

Prigozhin è in lotta con il Ministero della Difesa per la logistica già da tempo, il che ha spinto gli osservatori occidentali a ipotizzare che ci siano seri problemi con le capacità militari-industriali della Russia e/o che questo faccia parte di un gioco di potere da parte di uno dei due. È impossibile per gli osservatori esterni sapere cosa stia realmente accadendo dietro le quinte, ma la sua ultima dichiarazione rende chiaro il suo implicito appello al Presidente Putin affinché istituisca senza indugio una moderna “oprichnina”.

Il riferimento è alle forze speciali di Ivan il Formidabile (comunemente erroneamente tradotto in inglese come “il Terribile”), riunite per estirpare gli elementi traditori tra i boiardi, la potente nobiltà russa, nel corso della lunga guerra di Livonia dell’epoca. Sebbene siano stati diffamati dagli storici occidentali come assassini irreperibili dello zar che avrebbero terrorizzato la popolazione, sono profondamente apprezzati da molti storici russi che li considerano forze patriottiche.

Questa seconda interpretazione era condivisa anche da Joseph Stalin, che, come è noto, li descrisse al famoso direttore della fotografia sovietica Sergei Eisenstein come indispensabili per la crociata dell’ex zar contro le minacce interne all’unità della Russia e quindi alla sua esistenza come Stato. Nel contesto attuale, anche funzionari come l’ex presidente e vicepresidente in carica del Consiglio di Sicurezza Dmitry Medvedev hanno descritto la guerra per procura tra NATO e Russia in Ucraina come altrettanto esistenziale.

Allo stesso modo, proprio come durante la Guerra di Livonia di Ivan il Formidabile, oggi si ipotizza che l’operazione speciale in corso del Presidente Putin sia, almeno in parte, il risultato della sovversione delle élite. Per essere assolutamente chiari, condividere l’opinione precedente non equivale a darle credito, ma lo scopo di citare queste voci è di collocare l’accusa di Prigozhin ai “burocrati paramilitari” nel suo contesto storico e contemporaneo.

Così facendo, ci sono pochi dubbi sul fatto che la sua lettera aperta contenga una richiesta fortemente implicita al leader russo di istituire un’oprichnina moderna, proprio come fece il suo predecessore, anche se al momento non è chiaro se il Presidente Putin sarà d’accordo. L’insinuazione pubblicamente proclamata che il suo Paese abbia elementi traditori all’interno della sua élite che stanno attivamente sovvertendo la battaglia più lunga del conflitto è indiscutibilmente accesa, a prescindere dalla sua veridicità.

Ciò pone il capo di Stato di fronte a un dilemma. Da un lato, ignorare l’appello implicito di Prigozhin potrebbe insospettire coloro che sottoscrivono le sue speculazioni sul leader russo, soprattutto nel caso in cui Kiev approfitti dell’imminente ritiro di Wagner per riconquistare Artyomovsk. Dall’altro, l’istituzione di un’oprichnina moderna (anche se la sua creazione non è dichiarata) e la rimozione degli ostacoli burocratici alle richieste logistiche di Prigozhin potrebbero apparentemente confermare l’esistenza di traditori d’élite.

Per essere sicuri, l’FSB ha già le capacità di controspionaggio per sradicare i traditori, ma il capo dei Wagner insinua fortemente che non sia in grado o non voglia farlo. Questa allusione supplementare è altrettanto, se non più, infiammante del suo suggerimento che elementi traditori esistono all’interno dell’élite russa e sono così profondamente radicati nella burocrazia che potrebbero riuscire a sovvertire la vittoria della loro parte nella battaglia più lunga del conflitto fino ad ora e, di conseguenza, a ribaltare le sorti del conflitto.

È con la seconda di queste due narrazioni intrecciate in mente che diventa ovvio che Prigoz chiede l’istituzione di un’oprichnina moderna che sia indipendente dalle strutture di sicurezza esistenti e che risponda solo al Presidente Putin, proprio come il suo precursore lo era al suo predecessore. Indipendentemente dal fatto che le intenzioni di Prigozhin siano puramente patriottiche o facciano parte di un gioco di potere, non c’è dubbio che stia chiedendo una riforma fondamentale del settore della sicurezza, che ovviamente farà arrabbiare qualcuno.

La sua richiesta di fatto è già abbastanza delicata di per sé, ma è resa ancora più delicata dall’immediato contesto politico in cui viene avanzata, in relazione al tentato assassinio del Presidente Putin di martedì sera e agli eventi del Giorno della Vittoria della prossima settimana. Quanto detto fa da corollario alla duplice allusione descritta in precedenza e ai nuovi timori della Russia di perdere Artyomovsk come possibile risultato dell’imminente ritiro di Wagner, massimizzando così l’attenzione che la sua implicita richiesta di oprichnina riceve.

Lo scenario migliore dal punto di vista degli interessi dello Stato sarebbe che l’Esercito russo riuscisse a mantenere Artyomovsk dopo aver sostituito gli alleati di Wagner, mentre questi ultimi ricevono il riposo adeguato di cui hanno bisogno per tornare a combattere un altro giorno. Nel frattempo, le difficoltà logistiche che la compagnia di Prigozhin avrebbe dovuto affrontare fino a quel momento sarebbero state risolte senza dover ricorrere alla creazione di un’oprichnina moderna.

Tuttavia, a volte gli eventi non si svolgono sempre secondo lo scenario migliore, quindi l’ottimistica sequenza di eventi condivisa nel paragrafo precedente non dovrebbe essere data per scontata. Detto questo, sarebbe irresponsabile speculare su ciò che potrebbe effettivamente accadere, poiché nessun osservatore esterno, in Russia o all’estero, dispone delle informazioni necessarie per dire con certezza cosa accadrà alla fine. Tutto ciò che si può fare è analizzare l’appello implicito di Prigozhin e il contesto in cui è stato fatto.

Pubblicato in partnership su One World – Korybko Substack 

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini

Foto: Idee&Azione

6 maggio 2023

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