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Tag: Aristocrazia
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Tradicrazia: l’Africa ha bisogno di nu nuovo sistema di governo
Nell’era postcoloniale, l’Africa ha ereditato forme di governo e di Stato appartenenti a mondi che le sono estranei. Non ha rotto con certi paradigmi e in questo senso abbiamo ereditato concetti come: Repubblica, Democrazia, Parlamento, Partito, Classe, Nazione, Costituzione. Quali modelli e percorsi alternativi potrebbe invece adottare l’Africa? Una “Tradicrazia”?
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“In caso di restaurazione della monarchia in Italia, chi vorreste come sovrano?” Il sondaggio provocazione di Aristocrazia Europea: un sasso nello stagno…
Questi sono i risultati del sondaggio, promosso, a settembre, dall’associazione culturale internazionale Aristocrazia Europea, fra le oltre 700 famiglie aderenti al sodalizio: primo classificato con il 24% (pari a 6393 preferenze) SAR il Principe Aimone Savoia Aosta (manager della Pirelli, dirigente di Confindustria, ambasciatore dell’Ordine di Malta in Russia, figlio del compianto Duca Amedeo), secondo arriva inaspettatamente SARI il Principe Prof. Roberto Spreti Malmesi Griffo Focas di Cefalonia (docente universitario di bioetica all’università pontificia di Roma, imprenditore svizzero e presidente dell’Unione della Nobiltà Bizantina del Romano Impero d’Oriente) con il 20%, solo terzo SAR Vittorio Emanuele di Savoia, Duca di Savoia e Principe di Napoli, al 18%, seguono altro principe bizantino (e doge veneziano), SAI Ezra Foscari Widmann Rezzonico Tomassini Paternò Leopardi, con il 10% e SAR il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie con il 7%, gli altri pretendenti, tutti insieme prendono poco più del 5%.
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Lavarini risponde a Mariano, prosegue la bagarre aristocratica
Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Roberto Jonghi Lavarini a Francesco Alfredo Maria Mariano.
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La casa De’ Medici controbatte ad Aristocrazia Europea
Riceviamo e pubblichiamo la diffida che la Casa dei Medici di Toscana ha inoltrato alla nostra Redazione in risposta all’articolo https://www.ideeazione.com/aristocraziatradizione-il-riconoscimento-dei-titoli-nobiliari-in-italia/?fbclid=IwAR1CfM_VLsITLOzA3zjyGQfFe23P6GvjfI8sc03DToIqUNcIrd0Z2LO4N7A%22 .
Seguirà una controrisposta da parte di Roberto Jonghi Lavarini per Aristocrazia Europea. -
La Battaglia per la Storia: parte IV
Il posto più importante nella Battaglia per la Storia è occupato dalla spiegazione delle circostanze della caduta dell’autocrazia russa e del destino non solo dello zar martire, ma anche di coloro che gli erano vicini e della sua famiglia. Non ultimo un contadino, che alcuni chiamavano uomo di Dio e altri messaggero di sventura: Grigori Yefimovich Rasputin-Novy (o Novykh, 1869-1916).
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Aristocrazia&Tradizione: il riconoscimento dei titoli nobiliari in Italia
Le famiglie nobili italiane (nobili, patrizi, signori, baroni, visconti, conti, marchesi, duchi e principi) sono innanzitutto quelle censite e inserite negli ultimi elenchi ufficiali del Regno d’Italia e in quelli precedenti degli antichi Stati preunitari italiani (compresi le repubbliche marinare e i patriziati cittadini), quelle riportate nelle diverse edizioni aggiornate del Libro d’Oro della Nobiltà Italiana (quello autentico edito dal Collegio Araldico di Roma) e quelle riconosciute dalle competenti Commissioni Araldiche Regionali del Corpo della Nobiltà Italiana.
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Il fantasma della libertà
Un fantasma si aggira per l’Europa: è il fantasma del comunismo”. È il celeberrimo incipit del Manifesto del Partito Comunista di Marx e Engels del 1848. Il comunismo non era uno spettro, ma realtà, una visione del mondo che improntò il secolo XX. Rischia di essere un fantasma, agli albori del XXI, la libertà. Ingenui, credevamo di averla conquistata, bene o male, una volta per tutte. La globalizzazione ha interrotto il sogno, la privatizzazione del mondo, la tecnicizzazione della vita, la digitalizzazione dell’uomo, l’incipiente trasformazione post e transumana.