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    Un’Europa “socialista” nel senso spengleriano

    Abbiamo nell’opera di Oswald Spengler, Prussianesimo e Socialismo [Preußentum und Sozialismus, 1919], una descrizione molto precisa di quale sarebbe un socialismo (non marxista) appropriato per frenare la caduta dell’Europa. Una caduta che oggi, a distanza di un secolo, sembra inarrestabile e letale. Estraiamo queste citazioni dalla sezione 8 all’interno della parte dedicata alla “Rivoluzione”. Nei paragrafi estratti possiamo apprezzare la visione ampia della Storia, delle culture e delle civiltà all’interno della quale si inquadra il socialismo, come tappa necessaria per un’Europa che invecchia.

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    Prussianesimo e Socialismo in Oswald Spengler

    Spengler afferma di liberare il socialismo tedesco dall’ombra di Marx. La categoria “socialismo” nel filosofo tedesco non è un sistema dottrinario, né è necessariamente una tappa nella storia universale dell’umanità. Il socialismo, come lo intende lui nella sua opera Preußentum und Sozialismus, è una forma legata a una cultura nazionale. Il popolo tedesco, nella sua specifica forma prussiana, era un popolo di operai e di funzionari. Il socialismo prussiano si oppone all’individualismo inglese e all’anarchismo italiano. È una forma specifica di “prussianesimo” che racchiude un modo particolare e unico di intendere la vita, la politica, la cultura.

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    La lettera al presidente della RAI di Studenti e professori

    Egregio Presidente della RAI,

    al giungerLe della presente, che vorrà accettare e leggere come protesta e denuncia di cittadini delusi e di telespettatori amareggiati, si sarà compiuto, nel silenzio generale, l’ennesimo atto riprovevole di un Paese che appare sempre più lontano da quei canoni di civiltà e di lucidità ai quali un’illustre tradizione di pensiero, nostro vanto ed onore nel mondo, ci ha abituati, ma che oggi appare come il vuoto simulacro di glorie defunte, di fasti sopiti. In apertura della 70a edizione del Festival di Sanremo, in prima serata, abbiamo dovuto assistere, con sgomento e costernazione, a due spettacolini imbarazzanti, decisamente vergognosi: l’intervento dell’ospite Rosario Fiorello e l’esibizione del cantante Lauro De Marinis, in arte (?) Achille Lauro.