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Tag: cancellazione
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Carlo Magno e la “cultura della cancellazione”
Dispiace e, sinceramente, pure un po’ disturba, quando qualche rappresentante di quelle forze e di quelle intelligenze vive le quali stanno attualmente partecipando alla medesima lotta contro il comune anticristico Nemico – pur ciascuno secondo la propria specificità di carisma o di ambito operativo – cada per ingenuità o per superficialità di valutazione nel clamoroso errore di porre uno dei propri possibili “alleati” sotto il suo “fuoco amico”.
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La grande cancellazione. Memento mori
Aveva ragione Jean Pierre Lyotard, quando osservava – quarant’anni fa- la dissoluzione delle “ grandi narrazioni”, la crisi dei sistemi di pensiero e dei progetti a essi ispirati, tipici della modernità. La chiamò postmodernità per segnalare una mancanza, un’assenza; la modernità abbandonava i suoi presupposti e diventava postera di se stessa, un manierismo in attesa di una nuova “narrazione” a cui affidare il futuro. Adesso il tempo della postmodernità è finito, sostituito da una potente moda culturale nel segno della cancellazione e della corsa al nuovo. Lo stesso progresso- motore dell’occidente- è soppiantato da una categoria che Pierre- André Taguieff chiama “bougisme”, il culto del movimento fine a se stesso. La contemporaneità ha trovato il suo filo rosso.
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La cancellazione della memoria prelude la sostituzione dei popoli
Il sistema capitalista nella sua fase crepuscolare, come ogni stadio terminale di un ciclo si contraddistingue per la massima virulenza. Lo sfruttamento della forza lavoro del capitalismo industriale, con la schiavitù dei lavoratori asserviti alle macchine, seguita dal capitalismo finanziario con la concentrazione del potere economico nelle mani di pochi speculatori evolve nel capitalismo della sorveglianza.
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La cultura della cancellazione: atto finale
Accade alle volte che, parlando con amici, taluni si rammarichino del tempo e delle energie che vengono consumate nel seguire l’attuale vicenda gravitante intorno alla certificazione verde. A loro avviso chi se ne occupa starebbe cadendo in un’operazione di distrazione di massa, mentre il governo metterebbe mano alle questioni che contano.