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Tag: croce
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Ordine Catecontico
Se consideriamo il problema del caos in prospettiva filosofica e storica, diventa molto chiaro che la SMO riguarda la lotta della Russia contro la civiltà del caos, che è, di fatto, la nuova democrazia, rappresentata dall’Occidente collettivo e dalla sua rabbiosa struttura di prossimità (l’Ucraina). I parametri di questa civiltà, il suo profilo storico e culturale, la sua ideologia in generale sono abbastanza facili da identificare.
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La croce di un russo è dover vincere nonostante tutto!
Ogni tanto persone diverse mi fanno domande, il cui significato generale si riduce alla mia visione del futuro della Russia. Dal momento che non sono uno scienziato politico, non un economista, e certamente non un profeta, i miei giudizi si basano sulle opinioni di persone che rispetto, passate e presenti.
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Elezioni. Testa, vinco io, croce perdi te
Il noto sondaggista Enrico Crespi sostiene che alle elezioni politiche del 25 settembre l’astensione potrebbe raggiungere il 50 per cento. Afferma altresì che la percentuale di cittadini davvero interessati al processo elettorale non supera il dieci per cento. Forse esagera, ma anche un acuto indagatore di flussi elettorali come Renato Mannheimer indica un assenteismo record, soprattutto tra i giovani. Il partito che non c’è- quello di chi non andrà a votare – sarà di gran lunga il più numeroso.
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Julius Evola e l’idealismo, tra Benedetto Croce e Giovanni Gentile
Il rapporto tra Julius Evola e l’idealismo, lungi dal rappresentare la cosiddetta fase “filosofica” del tradizionalista italiano, in realtà esplicita la prima conquista ontologica del proprio percorso esistenziale ed esoterico. Quanto emerge dai testi sull’Individuo Assoluto e soprattutto nell’ambito delle riflessioni sull’Idealismo Magico presuppone che il tema gnoseologico ovvero della conoscenza non possa essere legato ad una determinazione astratta, ma ad una fase esperienziale diretta, ove lo iato tra conosciuto e conoscibile è e possa essere superato.
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Pensiero tragico vs. illusioni New Age
Di fronte a quello che sta accadendo, si possono avere due tipologie di visione critica.
Quella portata avanti da Giorgio Agamben e più modestamente da me, secondo la quale siamo dinanzi a una crisi di civiltà, secondo la quale “vediamo l’uomo scomparire come un volto di sabbia disegnato sul bagnasciuga”, secondo la quale l’assunzione del pensiero tragico dei greci – etica e volontà che s’oppongono all’ineluttabilità, alla Legge e alla stessa Ananke, la Necessità – è l’unico modo di affrontare il trionfo su scala globale del nuovo nazismo senza esserne soverchiati, senza sprofondare nella più totale disperazione.