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Tag: CSI
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La Grande Eurasia come concetto geopolitico della Russia del XXI secolo
Nei 30 anni successivi al crollo dell’URSS, abbiamo assistito a processi molto complessi e dinamici nella regione che viene chiamata spazio post-sovietico. Questi processi sono stati caratterizzati da fenomeni paralleli. Da un lato, ci sono state tendenze centripete che hanno condizionato lo sviluppo dell’integrazione nella regione della CSI, dall’altro tendenze centrifughe che hanno favorito lo sviluppo di processi di disintegrazione.
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Il vertice della CSI e la geopolitica del potere responsabile
Il 26 e 27 dicembre 2022 si è tenuta a San Pietroburgo una riunione informale dei capi di Stato della CSI. Hanno partecipato il Presidente russo Vladimir Putin, il Presidente azero Ilham Aliyev, il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan, il Presidente bielorusso Alexander Lukashenko, il Presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev, il Presidente kirghizo Sadyr Zhaparov, il Presidente tagiko Emomali Rakhmon, il Presidente turkmeno Serdar Berdymukhamedov e il Presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev. Cioè i leader dei nove Stati che facevano parte dell’URSS. Tra gli assenti, gli Stati baltici, la Georgia, la Moldavia e l’Ucraina. Per la Lettonia, la Lituania e l’Estonia la situazione è chiara: da tempo fanno parte del blocco dell’UE e della NATO.
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Lavrov ha delineato le priorità per le attività economiche internazionali delle regioni russe
I contorni della grande strategia geoeconomica della Russia nell'”Era della complessità” dell’attuale decennio sono ormai evidenti. Al di là del nucleo ex sovietico dell’Unione degli Stati, dell’EAEU e della CSI (tutti e tre previsti come base su cui costruire la suddetta strategia), il Cremlino considera la Cina, l’India e i Paesi a maggioranza musulmana dell’Iran, dell’Arabia Saudita e della Turchia (i tre pilastri del suo Ummah Pivot) come partner altrettanto importanti.