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Tag: Foucault
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Necropolitica della fine dei tempi
In modo caratteristico, nel definire il biopotere come la capacità di dividere le persone in quelle la cui vita è protetta e altre scelte per morire, Foucault (2003, p. 62) ha usato il termine “razzismo” per descrivere il livello di “normalizzazione sociale” raggiunto.
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Aghi di bussola
Da creativo, vitale e sereno a inerme e sottomesso dato sociale.
Il vecchio Gregory (1) la chiamava mente. Una mente è il corpo sottile di intento. Un intento ha tanta più potenzialità quanto più il punto di attenzione è posato su esso. Tale forza tende a crescere in modo direttamente proporzionale alla quantità di individui che portano l’attenzione sul medesimo intento. È quanto, in campo fisico, viene detto concentrazione. Come la concentrazione è una forza fisica e anche – nel suo limitato campo – creativa, la mente è forza metafisica. -
Confesso che ho vissuto
Confesso che ho vissuto. È il titolo dell’autobiografia di Pablo Neruda, il poeta comunista cileno conosciuto dal pubblico italiano soprattutto come personaggio del Postino, film culto di Massimo Troisi. Il dramma delle biografie è che fatalmente parlano al passato. Anch’io confesso che ho vissuto, ma, appunto, è una narrazione, un filo della memoria. La mia vita – come quella di molti altri – si è interrotta, nella sua correlazione tra corpo, anima e spirito da quando è iniziata l’operazione pandemia.