Idee&Azione

Tag: neolingua

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    Il ponte

    Parole al vento di cui soltanto alcuni, agli sgoccioli della generazione, avranno modo di cogliere il senso. Per tutti gli altri, i giovani e quelli che verranno, saranno pensieri di un mondo di cui non avranno consapevolezza, rappresentato dai sussidiari di regime come l’era buia dalla quale ci si è finalmente liberati.

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    Esercizi di neolingua: schiavi delle parole

    Wikipedia, la post-verità che corre sulla rete, riporta che “la demisessualità è un tipo di sessualità grigia in cui l’individuo riesce a percepire attrazione sessuale solo per persone con cui ha un forte legame emotivo” mentre “l’asessualità è un orientamento sessuale che consiste nella mancanza di attrazione sessuale verso ogni genere. Le persone asessuali, dunque, provano poca o nessuna attrazione sessuale”. Ma possono avere legami romantici.

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    Il digestivo

    La società dello spettacolo è un concetto. Ultimamente – e giustamente – lo si trova citato con una certa frequenza. Quella formula è dovuta ai situazionisti, in particolare a uno dei fondatori di quel movimento culturale, Guy Debord, che ne fece il titolo di un suo libro. Ciò che abbiamo visto in questi ultimi, tragici, tempi è una conclamamazione di quanto anticipatoci dai situazionisti.

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    La guerra semantica [1]

    La guerra semantica è la lotta per il significato delle parole. Chi possiede le parole- ovvero riesce ad
    attribuire a un termine (il significante) il significato che diventerà comunemente accettato e utilizzato- vince non solo la guerra delle parole, ma possiede il passato, determina il presente e orienta il futuro. L’ipertrofia delle immagini rende oggi più difficile contrastare i cambiamenti di significato (e non di rado di significante) di molte parole e concetti. L’ Homo videns (Giovanni Sartori) vive di immediatezza, di strumentalità, concepisce il linguaggio esclusivamente come mezzo e tende a non porsi domande.

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    Una turma di iniqui al potere ci guarda sprezzante

    Esprimere il proprio dissenso verso un qualunque potere politico antidemocratico, simile a quello costituitosi in Italia, per un artista libero e indipendente, come per qualsiasi cittadino pensante e critico, dovrebbe essere l’incipit da cui partire per svincolare se stessi da esso e da ogni forma di repressione autoritaria. Quello che conta per un artista non sono le attività collaterali all’opera, significative sia chiaro, ma la propria cultura, il contenuto spirituale e ribelle, l’azione rivoluzionaria filtrata attraverso il proprio mondo poetico intuitivo, fantastico e immaginifico.