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Tag: partiti
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Ha vinto il materialismo
Vincitori e vinti. Esultanti e delusi. Speranzosi e arrabbiati. Il panorama italico, a breve distanza dall’esito politico, è tutto in questo dualismo. Tanto fra i diretti protagonisti, che nel popolo. Al di là del ristretto quadro dentro il quale si suole sempre osservare le “cose di questo mondo”, noi proveremo a gettar una luce dall’alto; una, ma non certo l’unica, per comprendere se vi siano in realtà ben altri vincitori e altri sconfitti.
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Ancora sul soft power
Il 5 settembre 2022 il Presidente russo ha firmato il decreto n. 611 “sull’approvazione del concetto di politica umanitaria della Federazione Russa all’estero”, entrato in vigore lo stesso giorno. Questo concetto è di notevole interesse, in quanto prosegue logicamente una serie di strategie (in materia di politica estera e sicurezza nazionale) adottate di recente.
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Sovranità, il convitato di pietra
Il dibattito elettorale è un baccano di accuse e contro accuse, pettegolezzi e insinuazioni che mascherano a malapena appetiti personali e lotte di cricche autoreferenziali. Pochi programmi o nessuno, fotocopie sbiadite l’uno dell’altro, indifferenza per i problemi reali degli elettori, che infatti si tengono alla larga e probabilmente polverizzeranno ogni record di astensione dal voto il 25 settembre.
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Elezioni. Testa, vinco io, croce perdi te
Il noto sondaggista Enrico Crespi sostiene che alle elezioni politiche del 25 settembre l’astensione potrebbe raggiungere il 50 per cento. Afferma altresì che la percentuale di cittadini davvero interessati al processo elettorale non supera il dieci per cento. Forse esagera, ma anche un acuto indagatore di flussi elettorali come Renato Mannheimer indica un assenteismo record, soprattutto tra i giovani. Il partito che non c’è- quello di chi non andrà a votare – sarà di gran lunga il più numeroso.
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Il balletto estivo
Il balletto estivo prelettorale del partito unico draghista è solo l’ultimo indice, in ordine di tempo, di un’infinita sconsolante decadenza del ceto politico e dei ceti dirigenti in generale (apparato mediatico in testa).
E’ dal collasso della Prima Repubblica, sulla scia del crollo del mondo bipolare e dell’imporsi del monopolio imperiale americano, che questo processo di degrado continua; e ogni qual volta si ritiene di aver toccato il fondo, ecco un nuovo guizzo di inventiva che ci sorprende. -
Bestiario d’Italia
Non viene meno il vezzo dei partiti di inserire nei simboli elettorali graziosi animali e animaletti. Ricordo, per esempio, l’elefantino per Fini-Segni e poi la coccinella per Fini non ricordo più in coppia con chi. Oggi Di Maio sfidando il ridicolo trolla se stesso (l’“Ape Maio”) e utilizza un’ape che in grafica assomiglia più che altro ad un verme con le ali.
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Venti di astensionismo fra spiragli elettorali
Circola, anche tra persone di cui ho stima, l’idea che la strategia da adottare in queste elezioni sia quella del non-voto.
Una delle argomentazioni più elaborate che ho trovato a proposito sostiene che quando raggiungeremo una massa critica di astensionismo il “potere istituzionale” sarà costretto a venire a patti e ad accettare le richieste del popolo, richieste che riapriranno i giochi ed elimineranno l’attuale forma di partita truccata. -
Il partito americano, il partito cinese e il partito russo entrano in un bar e…
Gli storici moderni e contemporanei, in particolare chi si occupa di paesi fuori dal perimetro occidentale puro, si imbattono spesso in gruppi politici che si definiscono “Partito di” con una potenza straniera.
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Troppo tardi per rilanciare una sana politica estera degli Stati Uniti? Le radici della dottrina Monroe rivisitate
Onestamente non so se gli Stati Uniti di oggi siano troppo lontani per far rivivere le loro migliori tradizioni di politica estera costituzionale, ma so che se questa storia continua a rimanere sepolta come nelle ultime generazioni, allora ogni piccola possibilità di salvare la repubblica e preservare la pace nel mondo sarà certamente distrutta.
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Della necessità di superare il concetto di superamento
La criticità della situazione attuale sta facendo emergere con drammatica chiarezza una caratteristica che a noi italiani piace attribuirci: la parcellizzazione. Dividiamo, scomponiamo, tipicizziamo e moltiplichiamo ogni progetto, ogni sforzo ed idea, dandogli delle caratterizzazioni in base al territorio, al dialetto, alla tradizione culinaria, alla corrente religiosa, alle previsioni metereologiche.