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Tag: proteste

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    L’intervento occidentale nelle proteste antigovernative in Georgia

    Il 7 marzo, il Parlamento georgiano ha adottato in prima lettura il progetto di legge sugli agenti stranieri. L’atto legislativo mirava a rendere pubblica la ricezione di aiuti stranieri da parte di organizzazioni pubbliche, soprattutto media e ONG. A differenza degli omologhi russi e statunitensi, il progetto di legge georgiano “sulla trasparenza dell’influenza straniera” è relativamente blando. Non intendeva infatti concedere lo status di “agente di influenza straniera” alle persone fisiche. Solo le persone giuridiche con più del 20% del loro reddito annuale derivante da finanziamenti esteri potevano essere riconosciute come tali. Avrebbero dovuto registrarsi come agenti di influenza e presentare relazioni finanziarie annuali.

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    Rivolte iraniane

    È dall’inizio dello scorso settembre che l’Iran è colpito da moti di piazza e dimostrazioni di folla la cui importanza e partecipazione varia a seconda delle agenzie di stampa. Per quelle occidentali, infatti, sembra che la fine spontanea della teocrazia iraniana sia vicina ed abbia bisogno solo di un piccolo aiuto per cadere mentre la situazione è notevolmente diversa, e a favore del governo, secondo le agenzie ufficiali di Teheran.

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    Turchia e Siria cercano la riconciliazione

    La guerra civile in Siria dura da 11 anni. Durante il conflitto, diversi Paesi stranieri sono stati coinvolti nella guerra. Ciascuno ha un ruolo da svolgere nella risoluzione della controversia.

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    I traditori inconsapevoli dell’Iran

    Seguendo le notizie sulle “proteste” in Iran, non possiamo fare a meno di chiederci se i partecipanti immediati a questi violenti disordini sappiano davvero cosa stiano facendo e per chi lo stiano facendo.

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    Attenzione alle proteste degli agricoltori olandesi, perché l’America è la prossima

    Perché i Paesi Bassi stanno vivendo un tale tumulto come nessun altro? Gli americani devono capire cosa sta succedendo lì, perché la disastrosa politica climatica che ha scatenato queste proteste è esattamente ciò che il presidente Joe Biden e i Democratici hanno in mente per gli Stati Uniti.

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    La vera agenda globale che spinge per la guerra anche con la Cina [3/3]

    Quello che molti probabilmente non sanno, o almeno non riconoscono, è che la “Rivoluzione della dignità” dell’Ucraina si è verificata nello stesso anno della “Rivoluzione degli ombrelli” di Hong Kong, nota come “Occupy HK,” e del Movimento dei girasoli di Taiwan. Sì, sono avvenuti tutti nello stesso anno e sono stati tutti finanziati dal National Endowment for Democracy insieme a varie ONG occidentali.

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    Le dinamiche socio-politiche (soft security) della crisi del Karakalpakstan in Uzbekistan

    La sfida della “sicurezza democratica” dell’Uzbekistan consiste ora nel gestire la percezione locale e nazionale di quanto è accaduto, in modo da evitare che persone ben intenzionate ma ingenue siano fuorviate da narrazioni straniere che asseriscono falsamente di “uccisioni statali non provocate di manifestanti disarmati”, in modo da replicare la massa critica di manifestanti del Karakalpakstan in tutto il Paese in vista del referendum non programmato per l’approvazione delle riforme costituzionali.

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    È troppo presto per definire “rivoluzione colorata” le proteste nel Karakalpakstan dell’Uzbekistan

    Anche se c’è sempre la possibilità che gli eventi vadano temporaneamente fuori controllo, le probabilità sono drasticamente ridotte contro chiunque, locale o straniero, speri di armare con successo le percezioni sulle riforme costituzionali dell’Uzbekistan per scopi legati alla Rivoluzione Colorata e per scatenare una guerra ibrida contro la Russia, la Cina e/o l’Iran in Asia Centrale per procura attraverso il Karakalpakstan.

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    Il Kazakistan approva la riforma costituzionale e stringe nuovi accordi con la Russia

    Dopo le proteste dello scorso gennaio, il presidente Toqaev ha indetto un referendum per riformare la costituzione kazaka. L’ex repubblica sovietica, intanto, resta saldamente nell’orbita russa e rafforza i suoi legami con Mosca.

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    7 maggio 1999: quando la NATO bombardò l’ambasciata cinese a Belgrado

    Il 7 maggio 1999, nell’ambito della guerra di aggressione perpetrata dalla NATO contro la Jugoslavia, le forze del Patto Atlantico bombardarono l’ambasciata cinese a Belgrado, uccidendo tre giornalisti del Paese asiatico.