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Tag: sionismo

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    Gli attacchi alla Moschea di Al-Aqsa stanno prosciugando Israele su tutti i fronti

    Gli attacchi delle forze di occupazione israeliane ai fedeli della Moschea di Al-Aqsa hanno portato a una serie di sviluppi. Questi attacchi hanno provocato il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele e sono state condotte diverse operazioni di commando in Cisgiordania, ma il culmine delle azioni è stato il lancio di decine di razzi dal sud del Libano, seguito dall’aggressione dell’occupazione israeliana a Gaza e al Libano.

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    La dimensione escatologica del conflitto in corso [2]

    Il “marxista americano”, reso orfano del bisonte o dell’indiano di turno da sterminare – cioè del mondo bipolare antecedente alla caduta del muro di Berlino – non si è limitato a rinnegare il modello sovietico demonizzando quello cinese, ma per vincere facile ha abbracciato con trasporto quell’ideologia globalista che, non essendo ancora riuscita a debellare la Russia, avrebbe voluto (o
    vorrebbe ancora?) usare la Cina come Paese guida o modello di un governo unico mondiale, gestito senza più opposizioni dalle solite élites finanziarie, occidentali o atlantiste che dir si voglia.

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    I nuovi cicli di sfollamento forzato dei palestinesi da parte di Israele

    Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha posto molta enfasi sull’opposizione retorica all’espansione degli insediamenti di Israele. Da qui la reazione di Washington all’approvazione da parte della Knesset israeliana della seconda e terza lettura della legge sul disimpegno, che consentirebbe il reinsediamento di ebrei israeliani in quattro aree di insediamento illegale precedentemente liberate nella Cisgiordania occupata.

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    La rivoluzione colorata sostenuta dagli Stati Uniti in Israele ha appena raggiunto proporzioni di crisi

    Non c’è altro modo per descrivere gli ultimi eventi in Israele se non come una Rivoluzione Colorata, che si riferisce all’uso di proteste armate per ottenere un ritocco del regime (concessioni), un cambio di regime (autoesplicativo), e/o un riavvio del regime (una riforma costituzionale di vasta portata volta a indebolire lo Stato, di solito attraverso un federalismo identitario di tipo bosniaco). I rapporti qui, qui e qui sostengono in modo convincente che gli Stati Uniti sono dietro a tutto questo, con il primo che dimostra un parziale finanziamento del Dipartimento di Stato.

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    Si intensifica il conflitto israelo-palestinese

    Il conflitto tra Israele e i palestinesi risale alla metà del XX secolo, quando il progetto sionista iniziò l’occupazione dei territori arabi. Ancora oggi, le relazioni tra le due parti rimangono tese. Nonostante i negoziati di pace, i Paesi si sono mantenuti fedeli alla politica scelta e non vogliono recedere dai loro piani, e in mezzo alle loro residue divergenze sono sorti scontri militari.

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    Israele cerca una “soluzione finale per i palestinesi”?

    C’è quella che passa per una battuta malata tra coloro che guardano il massacro israeliano dei palestinesi con crescente sgomento per ciò che è stato permesso al Primo Ministro Benjamin Netanyahu e ai suoi sgherri di farla franca. La battuta recita più o meno così: Israele è riuscito a uccidere o a cacciare i circa tre milioni di palestinesi rimasti in Cisgiordania e a Gaza, definendoli “terroristi”. Il presidente Joe Biden, il suo gabinetto e praticamente tutto il Congresso rispondono dicendo che la mossa è stata infelice ma “Israele ha il diritto di difendersi”.

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    La punizione implacabile dei critici di Israele

    Nelle ultime settimane sono apparsi un paio di articoli interessanti che illustrano, tra l’altro, come opera la lobby ebraica quando qualcuno osa mettere in discussione la relazione tra l’America e lo Stato ebraico. Certo, le etichette di “antisemita” e “negazionista dell’Olocausto” vengono sventolate con selvaggio abbandono come primo passo, ma c’è un livello di cattiveria che va ben oltre, poiché i sionisti cercano di rovinare la reputazione e le prospettive di lavoro di coloro che prendono di mira.

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    Come distruggere un film a sostegno di una menzogna

    Il nuovo governo israeliano sta pianificando di dare il controllo operativo de facto della polizia nazionale e della polizia di frontiera, pesantemente armata, a Itamar Ben-Gvir, leader di un partito di estremisti razzisti di destra.

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    Milioni di rifugiati, sostituzione dei bianchi, razze miste: la “reingegnerizzazione della vita” secondo gli oligarchi globalisti

    Ogni nuovo anno viene messo in evidenza l’inganno dei media occidentali e della sua classe politica, che sfornano canzoni che augurano a tutti un felice anno nuovo suonando ripetutamente “la guerra è finita se lo vuoi” di John Lennon. Pochi riescono a vedere, al di là della facciata di amore fraterno, che questo rituale annuale si svolge in un contesto di guerre incessanti, operazioni di cambio di regime con milioni di morti, invalidi e sfollati.

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    Una delegazione del reggimento Azov in Israele

    Il quotidiano israeliano Jerusalem Post ha affermato che una delegazione del reggimento ucraino del battaglione Azov ha recentemente visitato “Israele”. La delegazione era guidata dal suo comandante, l’ufficiale Ilya Samoilenko, noto per aver guidato la difesa delle acciaierie Azovstal a Mariupol.