Idee&Azione

Tag: sociologia

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    L’Eurasiatismo russo e le sue controparti dell’Europa Orientale 100 anni fa e oggi

    L’eurasiatismo russo, di cui abbiamo celebrato il centenario nel 2021, è un fenomeno complesso, che può essere compreso appieno solo se si considera attentamente il contesto della sua nascita e del suo sviluppo.

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    La nozione di Turan nelle concezioni geopolitiche degli eurasiatisti degli anni ‘20

    La nozione abbinata di Iran e Turan ha subito molte modifiche nel corso della storia. Il suo uso classico è associato all’epica persiana medievale, in particolare a Firdausi. In questo caso l’Iran è inteso come uno Stato di agricoltori sedentari e il Turan come un mondo di nomadi dell’Asia centrale (nell’antichità di lingua iranica, dal VI secolo d.C. di lingua turca e mongola). – di lingua turca e mongola). Nell’antichità, quindi, si tratta del confronto tra il mondo iranico occidentale e quello orientale (in senso linguistico).

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    Teorie rivali del multipolarismo:  Alexander Dugin e Jiang Shigong

    Russia e Cina concepiscono l’emergente mondo multipolare in modi diversi, nonostante la loro sostanziale convergenza nell’opposizione all’unipolarismo occidentale.
    Dopo la Seconda guerra mondiale, l’America ha iniziato a rifare il mondo a sua immagine e somiglianza. Il trionfo della democrazia liberale sulle Potenze dell’Asse segnò una tappa definitivamente nuova nella storia mondiale: era il trionfo del mondo libero sull’autoritarismo e sul dominio totalitario.

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    L’uomo senza contenuto

    Ormai inoltrati nel Terzo Millennio dell’era cristiana – l’ultimo, se prestiamo fede ai soli segni materiali- ci troviamo al cospetto dell’uomo senza contenuto, pronto ad essere trasceso, superato dall’inquietante figura del transumano, il cyberuomo ibridato, guidato dalla macchina, invaso dagli apparati artificiali. L’uomo senza contenuto è un saggio di filosofia dell’arte di Giorgio Agamben che esplora l’estetica moderna vista con il prisma dell’autoannientamento dell’arte.

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    Metafisica del Teschio e Soggetto Radicale

    Il teschio, in forma sintetica è la rappresentazione della morte. Morte come evento esistenziale finale del nostro Dasein, del nostro Esser-ci nel mondo dei viventi. Morte come presenza di un essere angelico, nella contraddizione semantica di manifestarsi egli come estremamente vivo e onnipresente in alcune esperienze mistiche.

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    Date a Cesare quel che è di Cesare

    Viviamo in una repubblica parlamentare, e in base a costituzione, leggi e regolamenti ora il governo passa alla coalizione che ha la maggioranza dei parlamentari, il centro-destra, e la presidenza del consiglio al capo del partito di maggioranza relativa, Giorgia Meloni.
    Vediamo cosa può accadere, io spero sempre il meglio per il mio paese, i miei amici e la mia gente.

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    La scelta antropologica

    È raro che un politico strappi una franca risata, specie in campagna elettorale, festival della finzione e dell’ostentata serietà di personaggi in cerca d’autore, o meglio d’elettore. Stavolta è successo: Enrico Letta ha dichiarato che in caso di vittoria dei suoi avversari politici “per l’Italia la pacchia è finita”. Solo il professore di scienze politiche parigino può pensare che la stagione presente sia una pacchia, tra pandemia, crisi economica, energetica, timore del futuro, pericolo di guerra, debito, dissoluzione del legame sociale.

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    Ethnos, popolo, nazione come categorie etnosociologiche

    Il problema dell’uso dei termini “ethnos”, “nazione” e “popolo” è estremamente complesso, poiché storicamente sono stati usati come sinonimi o antonimi, o come sottocategorie l’uno dell’altro, e nelle configurazioni più inaspettate. E non si tratta nemmeno del “Sacro Romano Impero della Nazione Tedesca”, o di “nazioni” nell’Europa medievale. In Transilvania, ad esempio, solo gli ungheresi, i secessionisti e i tedeschi furono inclusi tra le “nazioni”; i rumeni ortodossi non furono inclusi nello status di “nazione”. Nel Commonwealth polacco-lituano l’espressione Gente Ruthenus, natione Polonus: origine rutena, nazione polacca.

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    Antikeimenos [6]

    Dopo questa digressione metodologica, torniamo al problema posto all’inizio: questa figura generalizzata dell'”Anticristo”, che abbiamo rintracciato in vari contesti religiosi, morfologici e persino sociologici, ha una denotazione ontologica comune? Esiste un “Anticristo generalizzato”?

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    La malformazione dell’Africa occidentale

    Nel 1927, Ladipo Solanke – cofondatore della West African Students Union (WASU) – pubblicò un libro in cui sosteneva che “la razza bianca ha impiegato mille anni per arrivare al suo attuale livello di avanzamento: i giapponesi, una razza mongola, hanno impiegato 50 anni per raggiungere la razza bianca, non c’è motivo per cui noi africani occidentali, una razza negra, non dovremmo raggiungere gli ariani e i mongoli in un quarto di secolo”.