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Tag: trascendenza
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Soggetto Radicale e fenomenologia della Presenza
Inabitazione del Divino nell’anima cosciente
Nella Via della Mano Vuota – ispirata al magistero filosofico e metapolitico di Aleksandr Dugin –, che descrive l’ascesi guerriera del Soggetto Radicale all’interno della Metafisica del Caos o Nuova Metafisica, dopo l’Immanenza come prima forma e dopo la Trascendenza come seconda forma, la terza forma di manifestazione diretta del Divino è denominata la Presenza. -
Il ponte
Parole al vento di cui soltanto alcuni, agli sgoccioli della generazione, avranno modo di cogliere il senso. Per tutti gli altri, i giovani e quelli che verranno, saranno pensieri di un mondo di cui non avranno consapevolezza, rappresentato dai sussidiari di regime come l’era buia dalla quale ci si è finalmente liberati.
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Averlo visto prima
Un passo alla volta ci siamo allontanati dal centro, dove le vie hanno un cuore. Procediamo ignari di noi stessi, pusillanimi, girando alla larga dall’eros della vita, mortificati nello spirito, esaltati dai consumi, convinti si tratti di progresso. Ora scambiamo l’edulcorata desolazione per realtà.
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La nascita della Tragedia
Alastair Crooke continua a esplorare le origini del totalitarismo nascosto nella cultura europea: la prima parte di questi due articoli ha tracciato le origini di questo totalitarismo nascosto nella cultura europea. Questo secondo pezzo approfondisce la storia e le sue implicazioni.
Poiché mi sono tuffato nel futuro, fin dove occhio umano poteva vedere,
Ho visto la visione del mondo, e tutto ciò che sarebbe stato.
(Alfred Lord Tennyson) -
La gaia morte delle società sazie e disperate
Nel 1985- sembra passata un’era geologica- il cardinale Giacomo Biffi definì Bologna, città di cui era arcivescovo, “sazia e disperata”. Quella frase gli fu rinfacciata per decenni dai cantori delle magnifiche sorti e progressive della nostra rugosa civilizzazione. Già all’epoca dell’osservazione del presule, Bologna, avvolgente e bellissima, era ai vertici del reddito pro-capite, in testa ai consumi voluttuari, ma al minimo della natalità. L’ Emilia batteva tristi primati di denatalità, accompagnati da suicidi doppi rispetto alla media nazionale. Tradussi in aggettivi i numeri, spiegò Biffi anni dopo. Per l’esperto pastore d’anime, una terra ricca, colta e civile, “sazia di beni, apparentemente piena di voglia di vivere e divertirsi, ma anche disperata perché non aveva voglia di trasmettere la vita e nemmeno di conservarla”.