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Tag: viaggio
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Mettersi in gioco
Negli ultimi anni Tolkien è divenuto nuovamente oggetto di studio o di interesse per un vasto pubblico, ma esso ha anche coperto un “vuoto di immaginario” in quel variegato universo di coloro che si definiscono “fedeli ai valori tradizionali”, tra cui si annovera anche una parte dei cristiani.
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Jules Verne e il suo Viaggio interiore nel Centro della Terra di Mezzo [6]
«Jules, che nome nobile e antico, dal significato di consacrato a Giove! Piacere, io invece sono Joseph, Joseph Breme e il mio nome di origine ebraica significa che Dio mi deve far crescere!». In questo modo piuttosto originale, un eclettico filosofo attempato ma colmo di straordinaria vitalità, si presentò a Jules una mattina di primavera del 1896, durante un congresso scientifico organizzato dalla Acadèmie des sciences all’isolotto normanno di Mont Saint-Michel, sulla Manica.
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Jules Verne e il suo Viaggio interiore nel Centro della Terra di Mezzo [5]
Nel maggio del 1889, Jules tornava ancora una volta a Parigi, ospite della Exposition Universelle per presentare il suo nuovo libro dal titolo Il Castello dei Carpazi, con cui avrebbe entusiasmato i suoi numerosi lettori all’interno di un paesaggio vampiresco costellato da macchine futuristiche, viste come al solito nelle sue visioni, che preludevano tra l’altro l’invenzione del registratore e del microfono.
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Jules Verne e il suo Viaggio interiore nel Centro della Terra di Mezzo [4]
Da mesi, nella sua pacifica Amiens, Jules si dedicava con solerzia quotidiana alla pratica del silenzio, alternandola al duro lavoro di scrittore e traendone anche benefici in termini di vigore fisico e serenità mentale. Si accorse tuttavia che la pratica cristiana del silenzio benché sublime sotto molti aspetti, si era allontanata negli ultimi secoli da una attenzione verso il corpo, cosa che invece il nostro scrittore ritrovava nella lettura della Bibbia o nella storia del monachesimo antico. Scrisse di queste cose a fra Alberic che gli rispose subito, confermando la bontà delle sue vedute.
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Jules Verne e il suo Viaggio interiore nel Centro della Terra di Mezzo [3]
Quando Jules, di buon mattino da uno dei portoni laterali penetrò nella navata nord di Notre-Dame, sul cielo di Parigi si era alzato un tiepido sole novembrino e qualche abbozzata nuvola qua e là, ad indicare che presto o tardi anche in quel giorno il tempo avrebbe perso la sua vivacità e si sarebbe nuovamente mutato nel plumbeo piovoso autunno, caratteristico dell’Ile-de-France.
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Jules Verne e il suo Viaggio interiore nel Centro della Terra di Mezzo [2]
Jules Verne, piombò d’improvviso a Parigi come suo solito all’insaputa di tutti il 5 novembre 1886, viaggiando in anonimato, senza dover così sopportare l’insofferenza dei codazzi di gente curiosa, dei reporter che l’avrebbero subissato di domande e delle autorità parigine, le quali accoltolo in pompa magna non l’avrebbero poi esentato da un’infinità di inviti a manifestazioni pubbliche, inaugurazioni e noiosi ricevimenti. Uomo dal carattere schivo, Jules non amava soprattutto che la stampa parlasse del suo privato.
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Jules Verne e il suo Viaggio interiore nel Centro della Terra di Mezzo [1]
Queste povere righe testimoniano di un racconto fondato sulla precisione storica dell’epoca in cui esso è ambientato e su personaggi immaginari cercatori del Divino del XIX secolo, che ne velano altri realmente esistenti o esistiti nel XX e XXI secolo. Ispirato ad una visione multipolare, rispettosa delle diversità religiose e culturali dei vari popoli e delle multiformi etnie presenti sul pianeta Terra, questa narrazione, seppur limitata alle singole esperienze di dialogo interreligioso e interculturale vissute dall’autore del testo come pellegrino alla ricerca dell’Assoluto, resta comunque scevra da qualsivoglia sincretismo religioso.
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Foreste dello Spirito e voli mistici Templari di un Soggetto Radicale
Mugola il Vento nelle cavità del mio profondo. L’arpa si elettrizza per musicare l’Ignoto. Il vuoto spazia, impera il nulla. Clima interiore perché il Suono divampi nell’alveo mistico.
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La società del controllo e il tempo di Avvento
Che la società tecnologica stia diventando sempre di più una società tecnocratica, una gabbia angusta in cui lo spazio di movimento si riduce con il suo avanzare, solamente gli ingenui non lo hanno compreso. Ma pare proprio che gli ingenui siano i più.
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Recensione – “Più vicini al Paradiso” di Erik Nilsson (nuova edizione)
In un’edizione aggiornata e ampliata, “Più vicini al Paradiso” (Anteo Edizioni, 2022) ripercorre i viaggi di Erik Nilsson attraverso le regioni più remote della Cina, evidenziando i successi del Paese nell’alleviamento della povertà.