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Tag: Spengler

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    L’affascinante esperienza della Rivoluzione Conservatrice tedesca del 1919-1932

    Sotto la formula “Konservative Revolution” coniata da Armin Mohler (Die Konservative Revolution in Deutschland 1918-1932) si comprende una serie di correnti di pensiero, le cui figure più importanti sono Oswald Spengler, Ernst Jünger, Carl Schmitt e Moeller van den Bruck, tra gli altri. Il nome di Rivoluzione Conservatrice, forse troppo eclettico e diffuso, ha goduto però di consensi e radicamenti, per coprire una serie di intellettuali tedeschi “idiosincratici” della prima metà del Novecento, senza unità organizzativa né omogeneità ideologica, né – tanto meno- comune appartenenza politica, che ha alimentato progetti di rinnovamento culturale e spirituale di valori autentici contro i principi demoliberisti della Repubblica di Weimar, all’interno delle dinamiche di un processo palingenetico che ha richiamato un nuovo rinascimento tedesco ed europeo (una ri-generazione).

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    Il declino dell’Occidente: Spengler nel mondo di oggi

    L’atemporalità del pensiero e della visione nella politica mondiale è un raro segno di grandezza. Il Declino dell’Occidente di Oswald Spengler, scritto un secolo fa, merita questa distinzione perché si legge come se fosse stato fatto ieri.

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    La Filosofia del Tradizionalismo nelle opere di W. B. Yeats

    Il filosofo tradizionalista francese René Guénon ha scritto in La crisi del mondo moderno che la brama del materiale è una caratteristica intrinseca della civiltà occidentale moderna. Il bisogno di attività senza fine, la ricerca del materiale, il desiderio di mettersi al passo con il ritmo accelerato della vita quotidiana, ha sostituito la tradizione, cioè la consapevolezza della vita umana attraverso un principio superiore che va oltre la comprensione materiale della vita. La filosofia del razionalismo, dell’empirismo e del positivismo, su cui si basa la comprensione moderna delle cose, riconosce solo la conoscenza ottenuta dal contatto con la materia, e considera la religione e la metafisica come una visione del mondo “obsoleta” che non ha posto in un mondo di progresso inarrestabile.

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    Un’Europa “socialista” nel senso spengleriano

    Abbiamo nell’opera di Oswald Spengler, Prussianesimo e Socialismo [Preußentum und Sozialismus, 1919], una descrizione molto precisa di quale sarebbe un socialismo (non marxista) appropriato per frenare la caduta dell’Europa. Una caduta che oggi, a distanza di un secolo, sembra inarrestabile e letale. Estraiamo queste citazioni dalla sezione 8 all’interno della parte dedicata alla “Rivoluzione”. Nei paragrafi estratti possiamo apprezzare la visione ampia della Storia, delle culture e delle civiltà all’interno della quale si inquadra il socialismo, come tappa necessaria per un’Europa che invecchia.

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    Prussianesimo e Socialismo in Oswald Spengler

    Spengler afferma di liberare il socialismo tedesco dall’ombra di Marx. La categoria “socialismo” nel filosofo tedesco non è un sistema dottrinario, né è necessariamente una tappa nella storia universale dell’umanità. Il socialismo, come lo intende lui nella sua opera Preußentum und Sozialismus, è una forma legata a una cultura nazionale. Il popolo tedesco, nella sua specifica forma prussiana, era un popolo di operai e di funzionari. Il socialismo prussiano si oppone all’individualismo inglese e all’anarchismo italiano. È una forma specifica di “prussianesimo” che racchiude un modo particolare e unico di intendere la vita, la politica, la cultura.

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    La morte dell’Europa

    La morte dell’Europa non è solo una metafora, ma è la cruda realtà: l’Europa ha scelto questa strada cento anni fa e ora è l’inizio della fine. Gli europei devono rendersi conto di questo fatto amaro e temere per la loro identità decadente.