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Tag: Isis
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Il Consiglio di Cooperazione degli Stati Uniti e degli Stati del Golfo Persico
I gruppi di lavoro del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) degli Stati Uniti si sono riuniti a Riyadh dal 13 al 16 febbraio 2023. All’ordine del giorno interessi comuni, tra cui la difesa aerea e missilistica, la sicurezza marittima, l’Iran e la lotta al terrorismo. Secondo il Dipartimento di Stato americano, “questi incontri dimostrano l’impegno condiviso degli Stati Uniti e dei membri del CCG a rafforzare la sicurezza e la stabilità regionale attraverso la cooperazione su una serie di questioni”.
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Afghanistan, la stabilità del caos
Il rapporto del Team di supporto analitico e monitoraggio delle sanzioni delle Nazioni Unite sulle organizzazioni terroristiche (ISIS, al-Qaeda) afferma che l’Afghanistan rimane la principale fonte di minacce terroristiche per i Paesi dell’Asia centrale e meridionale.
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La strategia della menzogna
Nel febbraio 1990, mentre i diplomatici occidentali e sovietici stavano negoziando i dettagli dell’unificazione tedesca, un funzionario statunitense – secondo quanto riferito dall’allora Segretario di Stato James Baker – assicurò verbalmente che la NATO non si sarebbe espansa “di un solo centimetro verso est”.
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Narrative orientate alla distruzione provenienti dall’Islam non tradizionale come strumento della politica estera degli Stati Uniti
L’intervento negli affari interni degli stati stranieri divenne una delle principali direzioni della politica estera degli Stati Uniti subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Lo strumento chiave per raggiungere questi obiettivi è un’agenzia con poteri virtualmente illimitati, approvata ai sensi del National Security Act del 1947, denominata Central Intelligence Agency (CIA).
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Turchia e Siria cercano la riconciliazione
La guerra civile in Siria dura da 11 anni. Durante il conflitto, diversi Paesi stranieri sono stati coinvolti nella guerra. Ciascuno ha un ruolo da svolgere nella risoluzione della controversia.
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Il tempo stringe, per Israele bisogna accelerare i piani anti-Iran
Il capo di stato maggiore delle forze di occupazione israeliane, il tenente generale Aviv Kochavi, ha tenuto lunedì una serie di riunioni a Washington, sia al Pentagono che alla Casa Bianca, incontrando diversi funzionari statunitensi e l’ambasciatore di Israele negli Stati Uniti, secondo quanto riferito dai media israeliani.
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I traditori inconsapevoli dell’Iran
Seguendo le notizie sulle “proteste” in Iran, non possiamo fare a meno di chiederci se i partecipanti immediati a questi violenti disordini sappiano davvero cosa stiano facendo e per chi lo stiano facendo.
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La fiamma della rivoluzione di Sadr
Il fuoco della rivolta ha nuovamente investito l’Iraq. Dopo che a Muqtada Sadr non è stato permesso di formare un governo, i suoi attivisti hanno paralizzato i lavori del parlamento, attraverso manifestazioni pacifiche e scioperi che chiedevano agli avversari politici di accettare la leadership di Sadr. Un esito del genere era prevedibile e non si tratta di una contestazione del “quadro di coordinamento” per i portafogli del governo o di un rifiuto personale di alcune figure (Maliki), è solo che la società irachena è stanca di crisi socio-politiche senza fine e anche una parte influente delle élite occidentali riconosce che il regime del sistema delle quote si è finalmente esaurito.
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Le implicazioni strategiche dell’attacco suicida contro l’ambasciata russa a Kabul
Lunedì un attentatore suicida si è fatto esplodere all’esterno dell’ambasciata russa a Kabul, uccidendo almeno 25 delle numerose persone che erano in coda per ricevere i visti e due impiegati dell’ambasciata. Sebbene al momento della pubblicazione di questa analisi non si sappia con esattezza chi sia il responsabile di questo attacco terroristico, è indubbio che esso abbia implicazioni strategiche. Il presente articolo le tratterà quindi brevemente prima di concludere con qualche parola su ciò che potrebbe accadere in seguito.
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“Ya Hussain” ha ispirato Soleimani e continua ad ispirare i gruppi di resistenza che combattono l’ISIS, Israele e le incessanti guerre degli Stati Uniti
I fautori dell’ordine liberale basato su regole devono aver guardato con preoccupazione le immagini di milioni di uomini sciiti che si battevano il petto cantando “Ya Hussain”, provenienti da Paesi che la NATO sta continuando a destabilizzare, come l’Iraq, l’Iran, la Siria e il Libano, Paesi visti come asse di resistenza da quelle potenze che sostengono che milioni di morti civili e di sfollati sono un piccolo prezzo da pagare per stabilire il Nuovo Ordine Mondiale.