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- Tedros gioca la carta della razza per rilanciare il sostegno occidentale al terrorismo contro l’Etiopia
- Capire e ricreare
- La Cina avverte gli Stati Uniti di non ingigantire la crisi mondiale
- La guerra russo-americana e lo scontro di civiltà
- Un puzzle eurasiatico: l’interconnettività BRI e INSTC completerà il puzzle
Tag: mondo
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Tedros gioca la carta della razza per rilanciare il sostegno occidentale al terrorismo contro l’Etiopia
Sta immoralmente approfittando della crescente consapevolezza della popolazione occidentale delle politiche razziste delle proprie autorità per manipolare le percezioni, al fine di indurre il pubblico in questione a pensare erroneamente che il ridimensionamento del sostegno al TPLF da parte dei loro governi sia dovuto al razzismo nei confronti dei tigrini, quando in realtà il sostegno tangibile all’agenda di divisione e di dominio di quel gruppo contro la civiltà-stato storicamente cosmopolita dell’Etiopia è l’epitome del razzismo.
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La Cina avverte gli Stati Uniti di non ingigantire la crisi mondiale
La Cina avverte severamente gli Stati Uniti di non agire in modo avventato o creare una crisi più grande, ha affermato mercoledì il ministero degli Esteri cinese, sottolineando che coloro che offendono la Cina saranno puniti.
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SMO, la battaglia per la “fine della storia”!
Ragioniamo sul significato filosofico della SMO (N.d.T. ricordiamo ancora una volta ai lettori che SMO è acronimo di Special Military Operation, ovvero Operazione Militare Speciale). La SMO è indissolubilmente legata al concetto di “fine della storia”, non solo perché Francis Fukuyama, che ha scritto il famoso testo dal titolo La fine della stori”, fin dal primo giorno della SMO si è unito attivamente alla lotta ideologica contro la Russia dalla parte dei nazionalisti ucraini e si è persino unito personalmente all’organizzazione terroristica Bellingcat che, tra l’altro, ha cercato di dirottare un aereo militare in Russia, anche se questo fatto è di per sé molto espressivo; il fatto centrale è che la Russia si oppone direttamente al globalismo, a quel “totalitarismo liberale”, come ha detto apertamente il Presidente Putin, che è un’ideologia, e la “fine della storia” gioca un ruolo fondamentale nella sua struttura.
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Il controllo del sistema alimentare da parte dei globalisti fa parte del loro piano di controllo su di te
I globalisti stanno prendendo il controllo del sistema alimentare: se controllano le sementi, controllano il cibo, e se controllano il cibo, possono usare l’ID digitale per controllare l’accesso dei consumatori al cibo.
L’agenda globalista di accaparramento del potere non è qualcosa di onnicomprensivo. Ci stanno attaccando da ogni angolazione possibile e, che si parli di biosicurezza, finanza, abitazioni, salute, energia, trasporti o cibo, tutti i cambiamenti a cui stiamo assistendo hanno un unico obiettivo: farci conformare ai piani dei globalisti. -
La fine del progetto di Fukuyama
Ho iniziato sottolineando la nostra situazione profondamente infelice sottolineando le lamentele: a causa della profonda e onnipresente disuguaglianza economica a sinistra e del degrado culturale che ha portato a un numero costantemente crescente di “morti per disperazione” a destra – e ho collegato entrambe queste “pretese” direttamente con le conseguenze attese delle principali disposizioni del liberalismo sulla natura umana e la natura dell’ordine politico e sociale. Fukuyama ha elogiato il liberalismo come forse il regime più umano e dignitoso che sia mai esistito.
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Polonia: la gestalt della pista e la nuova geopolitica
È tradizionalmente accettato dividere la concezione polacca della propria missione geopolitica in due direzioni: l’idea jagellonica e l’idea piastiana. Ognuno di essi si riferisce a due epoche della storia polacca e a due dinastie: i Piast, che fondarono lo Stato polacco e condussero una politica estera attiva in Occidente (Germania, Repubblica Ceca e Ungheria), e i Jagelloni, che unirono la Polonia con la Lituania, spostando l’attenzione della politica estera polacca verso Est.
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Democrazia e relativismo
Quante volte abbiamo sentito, soprattutto in questi giorni, le forze di centro-sinistra, ma anche di centro-destra, utilizzare la parola “democrazia”. Tutti, dalla Meloni a Letta, da Berlusconi a Conte, da Salvini a Calenda, ci informano (in modo a volte diretto, altre volte indiretto) sul loro fermo proposito di tutelare il sistema democratico, rassicurando i “poteri forti” in primis e gli elettori in secundis che il sistema democratico, con loro, non è in pericolo.
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Russia e Cina, la risposta a UE e NATO
A fine luglio si è tenuta a Tashkent una riunione dei Ministri degli Esteri dei paesi partecipanti alla Shanghai Cooperation Organization (SCO). Per due decenni, l’organizzazione non solo ha dimostrato la sua fattibilità, ma è anche diventata un attore di primo piano nello spazio eurasiatico. I paesi SCO sono quattro potenze nucleari, la seconda e la sesta economia del mondo, il 60 per cento del territorio dell’Eurasia e quasi la metà della popolazione mondiale. Già a settembre, l’Iran si unirà ai ranghi dell’organizzazione, seguito da un’intera linea di stati arabi e asiatici. Ci si chiede perché la SCO è così attraente per i paesi in via di sviluppo, quanto è grande la sua influenza e se l’organizzazione può diventare una risposta eurasiatica alla NATO , ha riferito Lenta.ru.
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Angola: storia e geopolitica
La Repubblica dell’Angola è uno Stato situato nell’Africa sudoccidentale. Ad ovest è bagnata dall’Oceano Atlantico, a sud confina con la Namibia, a nord con la Repubblica Democratica del Congo e ad est con lo Zambia. La lingua predominante della popolazione è il portoghese, utilizzato dal 71% della popolazione totale. Pertanto, l’Angola è il secondo paese al mondo dopo il Brasile, dove la lingua ufficiale è il portoghese. Ciò è dovuto al fatto che l’Angola è stata per molto tempo una colonia del Portogallo. Il periodo coloniale inizia nel 1483, con l’arrivo dei portoghesi al comando di Diogo Cau. E solo nel 1974, dopo la guerra d’indipendenza, l’Angola riceve lo status di repubblica indipendente.
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Perché la Cina si oppone alla visita di Pelosi a Taiwan
La visita di Nancy Pelosi a Taiwan ha scatenato le inevitabili reazioni del governo cinese. Per capire le ragioni di Pechino, vi pubblichiamo la traduzione dell’articolo pubblicato sul Washington Post dall’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese negli Stati Uniti.
In risposta all’editoriale del presidente della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, sul Washington Post intitolato “Perché sto guidando una delegazione del Congresso a Taiwan“, l’ambasciatore Qin Gang ha pubblicato un articolo intitolato “Perché la Cina si oppone alla visita di Pelosi a Taiwan” sul Washington Post, il 4 agosto 2022.