Idee&Azione

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    È da tempo finita l’era delle grandi mobilitazioni di massa per la pace

    È da tempo finita l’era delle grandi mobilitazioni di massa, delle grandi contestazioni. Il sentimento della protesta è stato sterilizzato e sul perché e il per come qui non mi soffermo. Oggi, sporadicamente, si hanno mobilitazioni solo per la causa “transizione ecologica”, ovvero per la “rivoluzione verde” che, a differenza delle grandi mobilitazioni del passato, hanno il pieno supporto mediatico, media che come ben sappiamo sono i megafoni conformi ai grandi interessi economico-finanziari; basti pensare alla glorificazione di Greta fatta girare come una trottola in tutti i luoghi di potere delle istituzioni mondiali: parlamenti nazionali, ONU, Parlamento europeo etc., oggi scalzata dal podio più alto da Zelensky.

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    C’è dire ancora molto sulla guerra in Ucraina

    Ciò che ho da dire sulla guerra in Ucraina è “molta roba”. Per non sfiancare chi ha la bontà di leggermi, lo farò pubblicando in più parti le mie osservazioni. Questa è la prima parte.

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    I buchi neri del mercato della guerra

    Come è notorio i buchi neri in astrofisica sono corpi celesti con un campo gravitazionale così intenso che dal loro interno non può uscire nulla, neppure la luce. Sono parti dell’universo misteriosi, non visibili ai nostri occhi e sono considerati come gli oggetti più distruttivi dell’universo. Non emettendo alcun tipo di radiazione, non possono essere studiati in nessun modo se non con l’ausilio delle nozioni di fisica e matematica che consentono più che altro di immaginare il loro funzionamento e la loro reale struttura.

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    L’evolversi della meta-guerra planetaria

    Non serve sprecare energie per controbattere alle deliranti argomentazioni di chi sta dalla parte della “causa ucraina”, argomentazioni portate avanti tanto da agitatori palesemente disturbati condizionati da aberranti contorcimenti ideologici o da individui intossicati dalla propaganda atlantista che sguazzano nell’ignoranza più assoluta: tanto gli uni che gli altri reagiscono istericamente con la bava alla bocca insultando, mostrificando e stravolgendo la realtà dei fatti. Lasciamoli perdere e che si consumino nel loro nefasto liquame in ebollizione e cerchiamo di mantenere freddo distacco rispetto alle loro performance.

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    Servi più realisti del re

    Dopo giorni che non lo facevo, l’altro ieri sera accendo la TV per sentire un TG e vedere a che punto di sconcezza pornografica è nel frattempo giunta l’italica informazione. Capto al volo Barbara Palombelli che se ne viene fuori con un «I Russi bombardano la centrale nucleare di Zaporizia» quando da giorni pure i corrispondenti RAI più fanatici e azzerbinati nel leggere le veline di Kiev si limitano a dire semplicemente «La centrale viene bombardata» senza specificare da chi, perché ormai nessuno più può seriamente credere che i russi si auto bombardano.

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    Nella prassi meloniana

    Quel che è grave nella prassi meloniana non sono tanto le urticanti, stucchevoli e fastidiose genuflessioni al poliziotto globalista NATO. Nella modalità con cui Meloni esterna la sua sudditanza altro non c’è da rilevare che un malcelato provincialismo da “colonia minore” che vuole farsi largo tra le “colonie privilegiate”, la libidine del servo che vuole essere ben accettato alla corte del Re nudo.

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    Missili “poco comici”

    Zelensky non solo ha immediatamente accusato la Russia di aver deliberatamente lanciato due missili sulla Polonia, ma ancora ora, dopo essere stato smentito tanto dalla NATO quanto dagli americani, insiste nel dire che lui ha le prove essere stati i russi e vuole i suoi ispettori in Polonia sul luogo dell’impatto per poterlo dimostrare.

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    Fesserie di propaganda

    Il livello propagandistico mediatico ha raggiunto livelli osceni tali che non si sa più se ridere o piangere. C’è chi par mio sta su Facebook a fare un briciolo di controinformazione nella piena consapevolezza che alla fine ce la raccontiamo tra di noi.

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    Nella rebambitocrazia planetaria in cui siamo costretti a vivere

    Nella rebambitocrazia planetaria cui siamo costretti a vivere, emblematicamente contrassegnata dall’assegnare ad un’infanta svedese l’agenda ecologica, ci tocca avere a che fare anche con i pacifisti che organizzano manifestazioni per la pace contro la guerra. Oggi in Italia un paio di manifestazioni. Contro queste anime belle i guerrafondai atlantisti hanno buon gioco nel ridicolizzarli. «Vogliamo la pace, la fine della guerra» dicono.

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    Ricapitolando con 10 punti tutt’altro che esaustivi

    1) Il conflitto in Ucraina non è cominciato a febbraio del 2022, e per certi versi neppure nel 2014 dopo il golpe di Maidan. Nel più ampio quadro di aggressione alla Russia da parte dell’Occidente a trazione USA, le premesse al conflitto sono state poste nel 1990.